Papa: superare clericalismo, radice di tanti mali nella Chiesa

Dobbiamo chiedere perdono, creare condizioni che non si ripetano

OTT 3, 2018 -

Città del Vaticano, 3 ott. (askanews) – Bisogna “superare con decisione la piaga del clericalismo” che “è una perversione ed è radice di tanti mali nella Chiesa”. Così Papa Francesco nel discorso di apertura del Sinodo sui giovani, dopo la messa mattutina in piazza San Pietro: “Di essi dobbiamo chiedere umilmente perdono e soprattutto creare le condizioni perché non si ripetano”. Jorge Mario Bergoglio ha più volte fatto riferimento al clericalismo come origine, tra l’altro, degli abusi sessuali e abusi di potere nella Chiesa.

Occorre “da una parte, superare con decisione la piaga del clericalismo”, ha detto oggi il Pontefice argentino nell’aula del Sinodo. “Infatti, l’ascolto e l’uscita dagli stereotipi sono anche un potente antidoto contro il rischio del clericalismo, a cui un’assemblea come questa è inevitabilmente esposta, al di là delle intenzioni di ciascuno di noi. Esso nasce da una visione elitaria ed escludente della vocazione, che interpreta il ministero ricevuto come un potere da esercitare piuttosto che come un servizio gratuito e generoso da offrire; e ciò conduce a ritenere di appartenere a un gruppo che possiede tutte le risposte e non ha più bisogno di ascoltare e di imparare nulla. Il clericalismo è una perversione ed è radice di tanti mali nella Chiesa: di essi dobbiamo chiedere umilmente perdono e soprattutto creare le condizioni perché non si ripetano. Occorre però, d’altra parte, curare il virus dell’autosufficienza e delle affrettate conclusioni di molti giovani. Dice un proverbio egiziano: ‘Se nella tua casa non c’è l’anziano, compralo, perché ti servirà’. Ripudiare e rigettare tutto ciò che è stato trasmesso nei secoli porta soltanto al pericoloso smarrimento che purtroppo sta minacciando la nostra umanità; porta allo stato di disillusione che ha invaso i cuori di intere generazioni. L’accumularsi delle esperienze umane, lungo la storia, è il tesoro più prezioso e affidabile che le generazioni ereditano l’una dall’altra. Senza scordare mai la rivelazione divina, che illumina e dà senso alla storia e alla nostra esistenza”.