Studenti in piazza a Milano contro governo e politiche su migranti

"Il cambiamento parte da noi" è lo slogan della manifestazione

OTT 5, 2018 -

Milano, 5 ott. (askanews) – “Il cambiamento parte da noi” è il titolo della manifestazione che questa mattina ha percorso le vie del centro di Milano, partendo dopo le 10 da largo Cairoli, per protestare contro le politiche del governo nell’ambito della scuola, organizzata da Rete studenti e il collettivo Casc Lambrate. “Disobbedisci al governo dell’ignoranza studenti in lotta”, “Abbiamo iniziato per non fermarci” e “-taser più fondi” sono altri slogan che si leggono nei cartelloni portati in piazza dagli studenti. Il corteo, che alla partenza contava più di duemila persone secondo le stime della questura, si concluderà intorno alle 13.30 davanti alla Stazione Centrale in piazza Duca D’Aosta. Durante la manifestazione non ci sono stati incidenti di rilievo, sono stati imbrattati due negozi in via Mazzini e via Orefici, in Largo Augusto dove ci sono i cantieri della linea M4 della metropolitana hanno scritto con dello spray “difendiamo gli spazi sociali”.

Gli studenti protestano contro le parole del ministro dell’Interno Matteo Salvini che annuncia la volontà di incrementare strumentazioni di videosorveglianza e interventi delle forze dell’ordine nell’ambito scolastico. “Invece di pensare a solidi e strutturati piani di prevenzione, si sceglie di puntare su un modello repressivo che elimina il principale onere della scuola: la funzione educativa” si legge nel programma di lotta di Rete Studenti.

I ragazzi protestano anche per chiedere al governo di favorire l’accesso all’istruzione, reso difficile dai costi da sostenere, a cui si aggiungono quelli affitti e della vita in generale a Milano, che ogni anno costringono 135mila i ragazzi ad abbandonare gli studi. In piazza si dice no anche all’alternanza scuola lavoro “che ha visto dei veri e propri casi di sfruttamento”. Gli studenti poi si oppongono alla politica del governo sull’immigrazione, parlando di interventi “barbari” del ministro Salvini con “chiusura dei porti, riapertura di centri di detenzione e politiche violente per chi arriva dal Mediterraneo”.