Migranti, Centro Astalli: emergenza lascia posto alla precarietà

Vita persone assistite in un anno è peggiorata

APR 4, 2019 -

Roma, 4 apr. (askanews) – Gli arrivi di migranti forzati via mare in Italia nel 2018 sono diminuiti dell’80% rispetto all’anno precedente e “la cosiddetta emergenza sbarchi può certamente dirsi conclusa. Purtroppo il sistema di protezione italiano continua a non essere in grado di rispondere efficacemente ai bisogni delle persone presenti sul territorio e anzi, in un anno di accompagnamento dei migranti forzati in Italia, il Centro Astalli ha registrato un aumento del disagio sociale, della marginalizzazione, degli ostacoli frapposti all’ottenimento di una protezione effettiva”. Lo si legge nel rapporto annuale del Centro Astalli sull’immigrazione.

Negli ultimi mesi dell’anno tutti i servizi hanno registrato che la vita delle persone assistite è segnata sempre di più dalla precarietà. L’abolizione della protezione umanitaria (che veniva concessa in molti casi proprio a seguito dell’emersione di una vulnerabilità sanitaria o sociale), il complicarsi delle procedure per l’ottenimento di una residenza e dei diritti che ne derivano e, più in generale, il moltiplicarsi di ostacoli burocratici a tutti i livelli finiscono per escludere un numero crescente di migranti dai circuiti d’accoglienza e daiservizi territoriali.

La richiesta di servizi di bassa soglia (mensa, docce, pacchi alimentari, vestiario) è forte su tutti i territori: circa 4.000 utenti alla mensa di Roma, più di 900 nuovi utenti al centro diurno a Palermo. A Trento per la prima volta si è sentita la necessità di attivare un servizio di accoglienza di bassa soglia e uno sportello di assistenza dedicato ai richiedenti asilo senza dimora.

Tra gli utenti dell’ambulatorio di Roma è aumentata la presenza di cittadini maliani (41% persone in più rispetto al 2017, con un aumento del 128% delle visite richieste), migranti giovani (il 72% ha meno di 30 anni), solitamente presenti in Italia da almeno un anno. Molti di loro, esclusi dai circuiti di accoglienza, vivono in condizioni di grave marginalità e la loro salute ne risente.

“Il calo drastico degli arrivi non può e non deve essere considerato una buona notizia – spiega il Centro Astalli – I primi esclusi dalla protezione sono i rifugiati che non riescono più a raggiungere il nostro Paese e l’Europa. L’aver bloccato ogni azione di soccorso e ricerca in mare da parte di governi, Unione europea e ong non ha risolto il problema della mancanza di vie legali di accesso alla protezione: rende solo meno visibili le sue tragiche conseguenze. Siamo anche consapevoli che la diminuzione degli arrivi è soprattutto legata all’incremento delle operazioni della Guardia costiera libica: l’85% dei migranti soccorsi o intercettati nel Mediterraneo sono stati riportati in Libia e lì detenuti in condizioni che le Nazioni Unite definiscono inaccettabili”.(Segue)