Italia, debito e incertezza pesano sull’outlook: per Fitch è negativo

Il rating resta "BBB" ma l'agenzia vede rischi politici ed economici

AGO 31, 2018 -

New York, 31 ago. (askanews) – Fitch ha tagliato a “negativo” da “stabile” l’outlook per la tenuta creditiza del nostro Paese, su cui il rating è rimasto pari a “BBB”. Lo ha annunciato l’agenzia in un comunicato citando le prospettive di un debito molto alto che con l’allentamento fiscale del nuovo governo diventa “più esposto” a shock potenziali.

Questa l’analisi che ha portato Fitch all’outlook negativo per l’Italia: “La revisione della Prospettiva sugli IDR (Issuer Default Rating – ndr) in Italia riflette i seguenti fattori chiave di valutazione e le relative ponderazioni.

In seguito alla formazione del nuovo governo di coalizione, Fitch prevede un grado di allentamento fiscale che lascerebbe l’alto livello di debito pubblico italiano più esposto a potenziali shock e riteniamo che i rischi al ribasso per le nostre previsioni fiscali siano aumentati dall’ultima revisione in marzo. Quest’ultima è in parte una funzione dalla natura nuova e non testata del governo, le notevoli differenze politiche tra i suoi partner di coalizione e le incoerenze tra l’alto costo di attuare nuovi impegni come stabilito nella sua politica ‘Contratto’ e il suo obiettivo dichiarato di ridurre il debito pubblico. Non è chiaro in che modo queste tensioni politiche saranno risolte”.

Inoltre, “il disavanzo delle amministrazioni pubbliche del 2018 non sarà sostanzialmente influenzato da nuove misure e prevediamo una riduzione ciclica dell’1,8% del PIL dal 2,3% nel 2017. Questo è di 0,2 punti al di fuori dell’obiettivo del governo, principalmente dovuto ai maggiori rendimenti obbligazionari che aggiungono 0,1 punti al debito per interessi passivi e una crescita del PIL attesa inferiore all’1,5% previsto nel bilancio.

Fitch prevede un aumento del deficit del 2019 al 2,2% del PIL, che mancherebbe l’obiettivo strutturale nell’ambito del Preventive Arm dell’UE (con un miglioramento di 0,6 punti percentuali) di oltre 1 punto. Prendiamo in considerazione la disattivazione degli aumenti della clausola di salvaguardia dell’IVA (che costano lo 0,7% del PIL), l’esecuzione di investimenti pubblici più elevati, modifiche piuttosto modeste alla riforma delle pensioni di Fornero e alcuni compensi di spesa ricorrenti. Sembra probabile che il governo pianifichi un’implementazione parziale e molto graduale della più costosa ‘dual flat tax’ e del reddito universale, in gran parte oltre il 2019″.

Fitch prevede quindi “un ulteriore aumento del disavanzo delle amministrazioni pubbliche, portandolo al 2,6% del PIL nel 2020, poiché la pressione politica di fornire una maggiore quantità di misure centrali del Contratto si costruisce. Riteniamo che il rischio di instabilità dei mercati finanziari costituisca il principale ostacolo al grado di espansione fiscale, in base al quale la soglia del disavanzo del 3% del PIL nell’ambito della procedura per i disavanzi eccessivi dell’UE dovrebbe costituire un punto di ancoraggio fiscale, in parte data la sua maggiore visibilità per il pubblico. Più in generale, ci sono segnali che il governo potrebbe pianificare di introdurre nuove misure come parte di una revisione più completa del sistema fiscale e previdenziale, con il potenziale di risparmio attraverso la razionalizzazione delle agevolazioni fiscali e delle indennità.

Vi è un grado relativamente elevato di incertezza in merito alle previsioni fiscali, in parte a causa del potenziale di elezioni anticipate”.

“Prevediamo – prosegue Fitch – un andamento leggermente più elevato del debito pubblico rispetto alla nostra ultima revisione, con il debito delle amministrazioni pubbliche che scende solo leggermente dal 131,8% del PIL nel 2017 al 130,4% nel 2020. Ciò lascerebbe l’Italia uno dei Paesi col debito sovrano più alto tra quelli valutati da Fitch, e si confronta con l’attuale media pari a BBB del 37,8%. L’ulteriore allargamento del deficit di bilancio strutturale e l’aumento del costo dell’emissione di nuovo debito indeboliscono la dinamica del debito, lasciando l’Italia esposta a rischi al ribasso e riducendo le possibilità di una politica fiscale anticiclica.

Nell’ambito della nostra analisi della sensibilità del debito a più lungo termine, che prevede un avanzo primario medio dell’1,5% del PIL nel 2018-2027 e una crescita del PIL costantemente moderata allo 0,6% nel 2024, il debito pubblico scende al 128,9% del PIL nel 2023 prima di salire a 130,1 % nel 2027 (rispetto al 123,4% che abbiamo proiettato nella nostra recensione precedente)”.

“A nostro avviso – aggiunge l’agenzia di rating -, il rischio di un’inversione delle riforme strutturali che ha un impatto negativo sui fondamentali di credito dell’Italia è leggermente aumentato. Il recente ‘Decreto sulla dignità’ avrà probabilmente un effetto limitato sulle dinamiche del mercato del lavoro, ma una più ampia liquidazione delle precedenti riforme strutturali del mercato del lavoro e del sistema pensionistico potrebbe avere un impatto moderatamente negativo sulla crescita a medio termine dell’Italia e finanze pubbliche. L’antipatia di parti del governo nei confronti dell’UE e dell’euro presenta un ulteriore rischio di ribasso, anche se consideriamo molto bassa la probabilità che le politiche di avanzamento del governo minaccino l’uscita diretta o la creazione di una valuta parallela. Questo rischio potrebbe contribuire a un sentimento degli investitori più debole, a spread sovrani persistentemente più elevati e a una maggiore volatilità del mercato dei capitali anche in assenza di nuovi sviluppi strategici della politica in tale direzione”.

Inoltre, “i rischi fiscali e di altra natura sono aggravati dal grado relativamente elevato di incertezza politica. Le marcate differenze ideologiche e politiche tra il Movimento a cinque stelle e la Lega rischiano di porre crescenti tensioni alla coesione della coalizione, la loro stretta maggioranza di 12 seggi al Senato potrebbe complicare il processo legislativo e la Lega potrebbe prendere in considerazione la possibilità di riportare in vita le sue precedenti elezioni nazionali accordo a destra con Forza Italia e Fratelli d’Italia. Non ci aspettiamo che questo governo possa vedere un intero mandato e vedremo una crescente possibilità di elezioni anticipate dal 2019. Il rischio o la strategia delle elezioni anticipate renderà più difficile per entrambe le parti scendere a compromessi che allontanino le loro basi politiche, mentre la realtà renderà difficile mantenere le promesse elettorali”.

Spiega poi Fitch che gli IDR dell’Italia “BBB” riflettono anche i seguenti fattori chiave di valutazione: “Il rating è supportato dall’economia diversificata e ad alto valore aggiunto dell’Italia, con indicatori dell’RNL pro capite, governance e sviluppo umano molto più forti rispetto alle mediane del gruppo di pari livello. L’Italia ha un avanzo delle partite correnti, moderato indebitamento del settore privato, un sistema pensionistico pubblico sostenibile, rendimento medio ancora basso all’emissione dello 0,86% nel 2018, scadenza media relativamente lunga del debito a 6,9 anni e una quota trascurabile del debito in valuta estera. Rispetto a questi fattori – rileva l’agenzia – vi sono il livello estremamente elevato di debito pubblico, debito estero netto relativamente elevato, crescita del PIL a bassa tendenza, ancora debole qualità delle attività del settore bancario, rischio politico e incertezza derivanti dall’attuale dinamica politica”.

Mau/A24/Spa