Germania, fallisce Beate Uhse, leggendaria catena di sex shop

Fondata da ex pilota donna della Seconda guerra mondiale

DIC 15, 2017 -

Berlino, 15 dic. (askanews) – Una leggendaria catena di sex shop tedeschi, Beate Uhse, ha annunciato di aver portato i libri in tribunale: l’impero dell’erotismo fondato da una pilota della Secondo guerra mondiale, una pioniera del genere, è stato infatti travolto dalla concorrenza dell’ e-commerce. Il fallimento è l’ultimo capitolo della colorita storia della fondatrice Beate Uhse-Rotermund, soprannominata la “first lady del sesso tedesco”, il cui atteggiamento franco e aperto verso l’erotismo ha trasformato la vita sessuale post-bellica dei tedeschi. “Il consiglio di amministrazione di Beate Uhse AG ha deciso di prendere questa iniziativa perchè nei recenti negoziati avanzati con un gruppo di investitori su una transazione finanziaria non è stato raggiunto un accordo” ha dichiarato il consigliere Michael Specht in una nota che annuncia il fallimento.

Il gruppo, che vende biancheria intima, film erotici e sex toys, non è più in grado di onorare il suo debito, di cui 30 milioni sono in scadenza nel 2019. A ottobre aveva annunciato che la perdita per il 2016 era superiore alle attese, 6,2 milioni di euro prima di tasse e interessi. Il crollo della società avviene una quindicina d’anni dalla morte della sua fondatrice, deceduta nel 2001 a 81 anni. Uhse cominciò il suo viaggio nell’erotismo nel 1946 con un libriccino, “Documento X”, nel quale spiegava come le donne potevano evitare gravidanze indesiderate. Nella Germania post-bellica i suoi consigli diventarono preziosi e il libretto vendette migliaia di copie. Il business della vendite per corispondenza fruttò e l’ex pilota di caccia della Luftwaffe aprì nel 1962 il suo primo negozio di articoli per il sesso nella cittadina tedesca di Flensburg.

Con il nome di Istituto per l’igiene coniugale, il negozio che vendeva biancheria intima e contraccettivi diventò il primo sex shop della storia. Le sue attività spesso andavano contro la morale prevalente e la titolare fu protagonista di migliaia di cause ai suoi danni nei tribunali tedeschi. Ma restò sempre molto aperta e schietta circa la vendita di articoli erotici. Dopo che negli anni Settanta la Germania allentò le norme anti-pornografia, il business esplose. Uhse divenen una marchio notissimo in Germania e con nel suo notevole stile al signora organizzò un grande show per la quotazione della società nel 1999 sul MDAX a Francoforte. Signorine vestite succintamente distribuirono cataloghi per la vendite per corrispondenza di sex toys e lingerie con fiocchi rosa per celebrare il debutto delle azioni in borsa.

La filosofia di Uhse fu riassunta dal presidente del gruppo, Hans-Dieter Thomsen: “Il sesso è il terzo bisogno fondamentale dell’uomo, dopo il cibo e il bere. La nostra attività decisamente non dipende dai cicli economici”.

Nei decenni, Uhse ampliò il suo impero, aprendo un canale tv dedicato al sesso, aprendo negozi nei pressi delle autostrade e alleandosi con T-Online, divisione internet del colosso tlc Deutsche Telekom, per lo shopping online. Nel 2014 il gruppo tentò anche il lancio di una linea di prodotti halal. Ma si è rivelato incapace di sostenere il colpo del commercio online. i film porno, un tempo cavalli di battaglia della catena, oggi si possono vedere sul web gratis, mentre la discrezione degli acquisti online ha reso obsoleti i negozi. vari tentativi di reindirizzare il amrchio al mercato femminile sono falliti. tuttavia il posto di Uhse nelal storia tedesca non si tocca. “Negli anni Cinquanta la Germania era un luogo dove le donne erano terrorizzate dal rischio di restare incinte ed erano tristemente ignoranti sulle questioni sessuali” ha scritto Der Spiegel nel 2011. “Una donna impavida ha cambiato tutto praticamente da sola”.

(fonte Afp)