In Egitto Natale copto blindato: domenica la festa dopo un anno di sangue

Oltre 100 le vittime cristiane di attacchi jihadisti nel 2017

GEN 5, 2018 -

Il Cairo, 5 gen. (askanews) – In Egitto, eccezionali misure di sicurezza sono state predisposte dalla polizia a tutela delle chiese cristiane copte per la celebrazione del Natale ortodosso, che cade domenica prossima. Un momento di gioia ma anche di timori per questa antica comunità religiosa dopo una anno caratterizzato da sanguinosi attacchi terroristici compiuti da gruppi jihadisti locali, costati la vita a più di 100 cristiani. L’ultimo attacco, rivendicato dallo Stato Islamico (Isis), è avvenuto la settimana scorsa quando due uomini armati hanno aperto il fuoco contro una chiesa a Sud del Cairo.

Dalla destituzione, per mano dei militari, dell’ex presidente islamico Mohamed Morsi nel 2013, le forze di sicurezza hanno cercato di arginare gli attacchi guidati dalla filiale egiziana del Califfato, che prende di mira i cristiani. I jihadisti non hanno risparmiato peraltro i musulmani quando lo scorso novembre hanno massacrato oltre 300 fedeli mentre erano in preghiera in una moschea nel Nord del Sinai.

Tuttavia, per numero di attentati, sono i copti i bersagli preferiti. “Quest’anno non smetteremo di sostenere lo Stato e il presidente e svolgeremo il nostro ruolo nazionale, ma speriamo che i responsabili trovino un modo per ridurre gli attacchi”, ha affermato mons. Makarios della provincia meridionale del Minya.

Nel dicembre 2016, un kamikaze dell’Isis ha ucciso quasi 30 fedeli in una chiesa del Cairo situata nel complesso della cattedrale di San Marco, sede centrale della chiesa copta. Nella penisola del Sinai, dove sono attivi gli uomini del Califfato nero, un’ondata di omicidi ha costretto centinaia di cristiani a fuggire tra dicembre e gennaio, un anno fa.

La scia di sangue è ripresa ad aprile quando due attentatori kamikaze sono entrati in azione nella domenica delle Palme. Il primo si è fatto saltare in Alessandria, seconda città del Paese sul delta del Nilo, il secondo all’esterno della cattedrale di San Marco. Il bilancio è stato di 40 morti e oltre un centinaio i feriti. Entrambi gli attacchi sono stati rivendicati dall’Isis. Un mese dopo, proprio mentre il mondo islamico aspettava l’inizio del mese sacro del Ramadan, un gruppo di copti, fra i quali tante famiglie con bambini, che viaggiavano in autobus, sono stati attaccati da una decina di uomini armati nel Governatorato di Minya, nel Sud del Paese. Il bilancio è stato di 30 vittime.

Il 2017 si è concluso con un jihadista dell’Isis che ha ucciso nove persone in un attacco a una chiesa in un sobborgo del Cairo meridionale.

I copti, che costituiscono circa il 10 per cento dei 93 milioni di cittadini egiziani, si lamentano da tempo per le discriminazioni e gli attacchi settari intermittenti. A differenza delle moschee, le costruzioni di chiese hanno bisogno di autorizzazioni di sicurezza raramente approvate. Ed ogni volta che si ha notizia di un luogo di culto che sta per essere costruito, spesso il sito viene attaccato, in particolare nel Sud conservatore del paese.

Ma pochi giorni prima delle celebrazioni del Natale copto, il governo ha annunciato che faciliterà le richieste e accelererà la regolarizzazione delle chiese non autorizzate. Il presidente Abdul Fattah al Sisi è atteso alla messa di domani che si terrà in una cattedrale a Est del Cairo.

(Con fonte Afp)