Francia, Joël Robuchon, il “cuoco del secolo”

Lo chef con più stelle al mondo morto a 73 anni

AGO 6, 2018 -

Roma, 6 ago. (askanews) – Detentore del record assoluto di stelle Michelin (oltre 30), il “papa dei cuochi” Joël Robuchon, morto oggi all’età di 73 anni è stato la guida di un impero della gastronomia francese di cui è stato tra i più illustri ambasciatori. Di modeste origini – padre muratore, madre casalinga – nel corso degli anni ha inanellato successo dopo successo e una serie senza fine di riconoscimenti: “migliore operaio di Francia” nel 1976, “chef dell’anno” nel 1987, “cuoco del secolo” nel 1990.

L’ascesa, folgorante, comincia nel 1981, con l’apertura del ristorante Jamin a Parigi, che l’anno successivo gli vale la sua prima stella, mentre solo due anni dopo entra nel club molto esclusivo degli chef a tre stelle, con un iter di velocità mai vista nel settore.

La vocazione gastronomica arriva però da lontano, risale a quando sembrava ancora che Robuchon volesse diventare prete: è come allievo del Piccolo Seminario di Mauléon-sur-Sèvres nel Centro-est della Francia che scopre di amare la cucina, aiutando le religiose a preparare i pasti. A Poitiers, la sua città natale, fa poi il primo apprendistato e a soli 29 anni assume la guida dell’hotel Concorde Lafayette, dove dirige 90 addetti alla cucina, incaricati di sformare miglia di pasti al giorno.

Rigore e creatività diventano la formula del suo successo, di cui il “Restaurant Joël Robuchon”, avenue Poincaré, diventa il primo compendio. Qui riabilita il puré di patate – uno dei suoi piatti emblematici – a fianco della gelatina di caviale al cavolo o al gratin di pasta con tartufo, sedano e foie gras. Questo tre stelle è consacrato “Migliore ristorante al mondo” dall’International Herald Tribune, ma nel 1996 Robuchon sbatte la porta e spiega che, arrivato a 51 anni, padre di due figli, non vuole morire di infarto come alcuni suoi predecessori.

Per 10 anni Robuchon si impegnerà allora, in versione televisiva, a rendere la cucina più accessibile, con vere e proprie lezioni che lo vedono presentare ricette semplici ed economiche, con l’aiuto di uno chef ospite.

Nel 2003 torna tra i fornelli in Francia, ma non più sotto le insegne dell’alta gastronomia. Il suo presto celebre “Atelier de Joël Robuchon” non ha infatti nulla a che vedere con le tre stelle di avenue Poincaré. Un concetto semplice, ma rivoluzionario, porta i clienti attorno a un grande bancone con prodotti e cucina a vista, invitati a degustare piatti “semplici ma con prodotti eccezionali”.

L’impero gastronomico che lascia si estende da New York a Macao, Londra, Tokyo, con molti ristoranti stellati nei Paesi asiatici.

(fonte afp)