Mediterranea: riportato in Libia gommone con 20-40 migranti

Missione di ong e onlus: "Non sono stati portati in un porto sicuro"

OTT 6, 2018 -

Roma, 6 ott. (askanews) – Un gommone in difficoltà, con a bordo tra le 20 e le 40 persone, è stato riportato ieri in Libia. E’ quanto riferisce oggi in un comunicato la missione di ong e onlus Mediterranea, che ha come obiettivi “monitoraggio, racconto, denuncia”.

Ieri pomeriggio, attorno alle 18, “la nave Mare Jonio di Mediterranea, nel corso delle sue attività di monitoraggio, ha ricevuto dall’aereo di ricognizione Colibrì di Pilotes Volontaires, che opera in partnership con Sea-Watch, la segnalazione di un gommone in difficoltà a 78 miglia dalla Libia, con a bordo tra le 20 e le 40 persone, secondo diverse fonti – si legge nella nota – come prevede la procedura, da bordo si è immediatamente provveduto a contattare Mrcc Italia, comunicando anche che ci stavamo dirigendo verso la zona individuata. Da Roma ci è stato risposto che il coordinamento dell’intervento era già stato assunto dalla cosiddetta Guarda costiera libica e che, in caso di bisogno, saremmo stati contattati da loro. Abbiamo provato quindi a metterci in comunicazione coi libici, ma non hanno mai risposto alle chiamate”.

La nave ha comunque deciso di “andare a verificare la situazione sul posto, facendo rotta sulla zona insieme alla nave Astral di Proactiva Open Arms, dopo avere avvertito Roma. Solo alle 22:10 IMRCC ha confermato che la Libia aveva operato l’intervento, intercettando il gommone. Le persone che erano a bordo sono state tutte presumibilmente ricondotte forzatamente sulle coste libiche”.

“Grazie alla nostra operazione di monitoraggio, al nostro essere in mare, possiamo raccontare che stanotte, come da mesi avviene in conseguenza degli accordi tra l’Italia e la Libia, altre persone naufraghe NON sono state portate in un porto sicuro, come prevedrebbero invece tutte le norme giuridiche, oltre che morali, che pongono la tutela dei diritti fondamentali sopra ogni cosa – conclude la nota – denunciamo quindi, stando a tutti i dati raccolti, che sono state invece forzatamente ricondotte a soffrire in un paese dove troveranno solo violenza. Saranno nuovamente imprigionate, ricattate, sottoposte a condizioni inumane e poi rimesse su un gommone con grandi probabilità di colare a picco, come succede ogni giorno”.