Agenti Usa sparano gas lacrimogeni per fermare migranti al confine

"Solo contro chi lanciava pietre"; giornalisti smentiscono

GEN 2, 2019 -

New York, 2 gen. (askanews) – Gas lacrimogeni sono stati sparati dagli agenti statunitensi al confine con il Messico per fermare circa 150 migranti che cercavano di oltrepassare la recinzione a Tijuana. Ieri sera, lo U.S. Customs and Border Protection, l’agenzia federale che si occupa della protezione dei confini statunitensi, ha pubblicato un comunicato per spiegare che i gas lacrimogeni sono stati usati contro chi lanciava sassi e pietre.

“Nessun immigrato lungo la recinzione, bambini compresi, ha subito gli effetti degli agenti chimici, indirizzati verso chi lanciava pietre, molto più lontano” si legge nel comunicato. Un fotografo ha assistito ad almeno tre lanci di gas lacrimogeni nel lato messicano del confine, nei pressi d Tijuana, con effetti su tutti i migranti, donne e bambini compresi. Secondo i giornalisti presenti, le pietre sarebbero state lanciate solo dopo l’attacco degli agenti, che avrebbero sparato anche proiettili di plastica.

L’agenzia federale ha dichiarato che 25 migranti sono stati arrestati, mentre altri sarebbero tornati in Messico da una buca sotto la recinzione; si tratterebbe di migranti arrivati a Tijuana lo scorso mese, con la carovana partita dall’Honduras.