Renzi si dimette, ma non subito.Fase congressuale Pd dopo governo

"No a inciuci con estremisti e a segretario scelto da caminetti"

MAR 5, 2018 -

Roma, 5 mar. (askanews) – Matteo Renzi annuncia le dimissioni da segretario del Pd, ma non subito. Tutto è rimandato a dopo l’insediamento del Parlamento e alla formazione del governo. Un modo di dare comunque la linea in questa fase di transizione ed evitare cambiamenti di orientamento politico nel partito, cioè “inciuci” e di non essere messo completamente nell’angolo.

Renzi, dopo una notte e una giornata di riunioni con i suoi nella sede nazionale del Nazareno, si presenta in sala stampa intorno alle 18.30 per una dichiarazione di quasi 20 minuti, senza domande.

“Mi pare che abbiamo riconosciuto con chiarezza che si tratta di una sconfitta netta, che ci impone di aprire una pagina nuova all’interno del Pd”, ha detto subito, chiarendo però che per la “pagina nuova” la via maestra è quella delle primarie e non di un “reggente” scelto da “caminetti ristretti”, ipotesi che già si stava affacciando.

“E’ ovvio – ha quindi spiegato – che lasci la guida del Pd dopo questo risultato, e ho già chiesto al presidente Orfini di convocare una assemblea nazionale per aprire una fase congressuale al termine della fase di insediamento del Parlamento e del nuovo governo”. Un congresso che deve essere “serio e risolutivo, non uno che si apre e non finisce mai, ma uno che permetta alla leadership di fare quello per cui che è stata eletta”. Nel frattempo la linea la detta lui ed è quella di non fare accordi con “le forze anti-sistema”. “Chi ha vinto elezioni non ha i numeri per governare e questo nasce dalla vicenda referendaria”, ha scandito. E in questa situazione “il nostro posto è all’opposizione, lì ci hanno chiesto di stare i cittadini e li staremo. Il Pd non diventerà la stampella delle forze anti-sistema”. No dunque a un accordo con il M5s, ipotesi su cui dalle minoranze interne stavano arrivando, anche se non apertamente, le prime disponibilità. Su questo, ha assicurato, “mi sento garante di un impegno morale politico e culturale”.

Quindi il Pd farà una opposizione “leale” dicendo dei sì “su quello che serve al Paese” ma dicendo anche “tre no chiari: no agli inciuci, no ai caminetti ristretti di chi considera il Pd come un luogo di confronto tra gruppi dirigenti, no a ogni forma di estremismo”.

Per quanto lo riguarda, Renzi è “orgoglioso dei risultati raggiunti” alla guida dell’Italia, di cui restituisce “le chiavi di casa con una casa in ordine e tenuta bene”. E per il futuro, assicura, “dopo la formazione del governo io farò il senatore semplice, di Firenze, Signa, Lastra a Signa e Impruneta e sono molto orgoglioso del mio risultato”. Se poi questo impegno sarà rispettato e se resterà un “semplice” parlamentare, un “militante tra i militanti”, si vedrà dopo.