Il Pd snobba il M5S, scintille Salvini-Di Maio. Governo in alto mare

Niente calendari

MAR 28, 2018 -

Roma, 28 mar. (askanews) – Per ora Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno ripreso a parlarsi pubblicamente, attraverso interviste, tweet e dichiarazioni, dopo settimane di contatti riservati, telefonate e messaggini che hanno preparato il terreno all’intesa sui presidenti delle Camere. “Se Di Maio vuole governare con il Pd, auguri”, sibila il segretario della Lega, intervistato dal Corriere della Sera. “Salvini dice che gli bastano 50 voti. Vuole fare il governo con i 50 voti del Pd di Renzi in accordo con Berlusconi? Auguri!”, è la replica via Twitter del leader 5 stelle. Ma se il M5S voleva puntare sulla politica “dei due forni”, come qualche osservatore aveva suggerito, dal Pd per ora è giunta una risposta secca, con il rifiuto opposto all’invito dei capigruppo 5 stelle per un confronto sui temi programmatici.

E’ il reggente Maurizio Martina ad escludere la partecipazione dei dem a pre-consultazioni politiche: “Il Partito Democratico di certo non parteciperà a nessun incontro sui programmi con altri in questi giorni. Noi attendiamo con rispetto prima di tutto le consultazioni del Presidente della Repubblica”, precisa in una nota.

Nella giornata delle tensioni con il Pd sulla distribuzione delle cariche negli uffici di presidenza di Montecitorio e palazzo Madama, comunque, un certo ronzio di ingranaggi arrugginiti si avverte fin dalle prime ore della giornata. Ad esempio nella contraddizione fra fonti diverse del M5S proprio sull’ipotesi che venga pubblicato il calendario delle “consultazioni” che la forza più rappresentata in Parlamento intende avviare sui temi programmatici e di governo. Annunciato per metà pomeriggio, il post dedicato al tema tarda ad arrivare e a un certo punto viene addirittura escluso.

Quando arriva, a sorpresa, non annuncia un cronoprogramma di incontri: la notizia è che Giulia Grillo, presidente dei deputati M5S, e Danilo Toninelli, suo omologo al Senato, non hanno appuntamenti già programmati. Nel post sul blog nel quale i due spiegano di essere impegnati a costruire il confronto sui temi da mettere al centro dell’azione del Parlamento, i due danno un appuntamento “per domani alle ore 9.30 alla Camera dei deputati”, ma senza interlocutori: “Chiameremo – scrivono dopo una giornata certamente non scevra di contatti con le altre forze politiche – tutti gli altri capigruppo per conoscere la disponibilità di ciascun gruppo”. Del resto, la notizia è in un paragrafo precedente: “Invitiamo – spiegano – anche chi ha già deciso di autocollocarsi all’opposizione, come freno del cambiamento chiesto dagli italiani. Per ora loro hanno rifiutato il nostro invito anteponendo l’interesse per le poltrone al trovare soluzioni per gli italiani”.

Il cammino delle consultazioni (quelle vere, che dovrebbero iniziare al Quirinale la prossima settimana) è lungo e nessuna delle forze in campo, Salvini e Berlusconi da una parte, il Pd dall’altra, pare intenzionata a lastricarlo di petali di rosa per Luigi Di Maio e i suoi. E il leader leghista lo ribadisce in serata: “Se Di Maio dice: il presidente del Consiglio lo faccio io, il programma è il mio, i ministri sono miei e comando io…

Allora io dico, amico mio, vai avanti”.

Red/Pol/Int5