Manovra, la spuntano Salvini e Di Maio: deficit al 2,4% (Tria non si dimette)

I due vicepremier: siamo soddisfatti

SET 27, 2018 -

Roma, 27 set. (askanews) – Dopo giornate di vertici ad alta tensione, proseguiti fino a questa sera, nella giornata del varo della nota di aggiornamento del documento di economia e finanza su cui verrà costruita la manovra, i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno sfondato l’argine sul deficit che il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, aveva tentato di difendere. Il rapporto deficit-Pil è stato fissato al 2,4% nel 2019 e non, come avrebbe voluto Tria, all’1,6%.

Al termine dell’ultimo vertice e con il consiglio dei ministri ancora in corso, esce una nota congiunta dei due vicepresidenti del consiglio che esultano: “accordo raggiunto con tutto il governo sul 2,4%. Siamo soddisfatti, è la manovra del cambiamento”. Subito sotto Palazzo Chigi si riunisce un gruppo di parlamentari grillini con le bandiere del Movimento in attesa che scenda il loro leader per festeggiare quella che chiamano “la manovra del Popolo”.

Di Maio sottolinea l’incasso per i Cinque Stelle: “10 miliardi al reddito di cittadinanza, le pensioni minime a 780 euro”, e anche misure per i “truffati delle banche, che saranno risarciti con un Fondo ad hoc di 1,5 mld”. Salvini evidenzia il bottino leghista: “tasse abbassate al 15% per più di un milione di lavoratori italiani, diritto alla pensione per almeno 400.000 persone, chiusura delle cartelle di Equitalia, investimenti per scuole, strade e Comuni. Nessun aumento dell’Iva”. Entrambi esultano per il “superamento della legge Fornero”.

La soglia di deficit-Pil del 2,4% per il 2019 su cui il governo ha raggiunto l’intesa nel 2019, secondo quanto si apprende, sarà scritta nero su bianco nella tabella del quadro macroeconomico della Nota di aggiornamento al Def che il governo approverà questa sera. Viene esclusa quindi l’ipotesi secondo cui il deficit possa salire fino al 2,4% in Parlamento inserendo nella Nadef una cifra più bassa.

Cos/Int9