Mattarella celebra Giorno Memoria: virus Shoah può ripresentarsi

"No a società di diversi. Mai indifferenza, nazionalismo esasperato nemico convivenza"

GEN 24, 2019 -

Roma, 24 gen. (askanews) – Attenzione a favorire lo sviluppo dell’odio, del razzismo, dell’antisemitismo – in Italia sono fenomeni in aumento – perché se hanno alla base un nazionalismo esasperato rischiano di essere nemici della convivenza, provocando “deliri di onnipotenza” che possono degenerare in una “negazione della libertà di coscienza e sulla repressione feroce di ogni forma di dissenso”. Di fronte a questo quadro guai a farsi prendere dall'”indifferenza, un male tra i peggiori”. Con queste parole il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto alla celebrazione al Quirinale del Giorno della Memoria.

Termini, frasi che senza dubbio fanno riferimento al dramma dello sterminio degli ebrei, all'”orrore indicibile di Auschwitz” e degli altri campi di concentramento ma che non possono non essere calati nella reltà quotidiana. In particolare in quella italiana, dove il governo giallo-verde rappresentato su tutti da Matteo Salvini e Luigi Di Maio si caratterizza per un marcato nazionalismo, per un populismo che richiama drammatiche esperienze passate, per certe decisioni (come affrontato il tema migranti su tutti) che non possono non far venire in mente quelle pulsioni, quei sentimenti che oggi Mattarella ha stigmatizzato con forza. Un governo che con un parlamentare della sua maggioranza, il senatore grillino Elio Lannutti, fa richiami al Protocollo dei Savi di Sion (una falsificazione propagandistica antisemita di alcune presunte sedute segrete tenute a Basilea al tempo del congresso sionista del 1897 nelle quali sarebbe stato elaborato un piano di dominio mondiale degli ebrei attraverso l’alta finanza e il terrorismo). “Vecchi documenti screditati” e “ridicole teorie cospirazionista”, è stato il secco commento di Mattarella.

“Sono passati settantaquattro anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz. Eppure, nonostante il tanto tempo trascorso – ha detto Mattarella – l’orrore indicibile che si spalancò davanti agli occhi dei testimoni è tuttora presente davanti a noi”. Auschwitz “non è soltanto lo sbocco inesorabile di un’ideologia folle e criminale” ma “rimane, oltre la storia e il suo tempo, simbolo del male assoluto”. È quel male, ne è certo Mattarella, che “alberga nascosto, come un virus micidiale, nei bassifondi della società, nelle pieghe occulte di ideologie, nel buio accecante degli stereotipi e dei pregiudizi. Pronto a risvegliarsi, a colpire, a contagiare, appena se ne ripresentino le condizioni”.

Il mito fondante dei nazisti “è una società senza diversi”, ha rilevato Mattarella aggiungendo che quando però “il benessere dei popoli o gli interessi delle maggioranze si fanno coincidere con la negazione del diverso – dimenticando che ciascuna persona è diversa da ogni altra – la storia spalanca le porte alle più immani tragedie”. La furia nazista si accanì contro i “diversi” (ebrei, disabili, malati, oppositori, omosessuali, sinti, rom) e “la ragionevolezza e l’intelligenza umana furono oscurate, fino al punto di non ritorno, dalla nebbia fitta dell’ideologia e dell’odio razziale”.

Le persecuzioni naziste, ha ricordato il presidente, “si iscrivevano in un progetto di società basato sul predominio dei popoli cosiddetti forti e puri sui popoli deboli, su un nazionalismo esasperato nemico della convivenza, sulla guerra come fonte di rigenerazione e di grandezza, su un imperialismo alimentato da delirio di onnipotenza, sulla sottomissione dell’individuo allo Stato, sulla negazione della libertà di coscienza, sulla repressione feroce di ogni forma di dissenso”. Tutto quel che la nostra Costituzione, ha chiarito forse con un indiretto riferimento anche ai violenti scontri diplomatici dell’Italia con la Francia di questi giorni, “ha voluto consapevolmente bandire e contrastare – segnando un discrimine tra l’umanità e la barbarie – con il riconoscimento di eguali diritti e dignità ad ogni persona e con l’obiettivo e il metodo della cooperazione internazionale per una convivenza pacifica tra i popoli e gli Stati”.

Mattarella ha fatto poi “una sola considerazione sul tema delle donne nella Shoah: le ideologie totalitarie hanno sempre considerato le donne come esseri inferiori. E così come la donna ariana, nella follia nazista, era ridotta a mero strumento per la riproduzione di nuovi ariani, la donna ebrea portava la colpa ulteriore di aver generato la progenie di una razza ritenuta diversa”.

Il Giorno della Memoria, ha sottolineato il capo dello Stato, “non è soltanto una ricorrenza, in cui si medita sopra una delle più grandi tragedie della storia, ma è un invito, costante e stringente, all’impegno e alla vigilanza”. Mattarella ha avvertito che in Italia e nel mondo “sono in aumento gli atti di antisemitismo e di razzismo, ispirati a vecchie dottrine e a nuove e perverse ideologie. Si tratta, è vero, di minoranze – ha richiamato ancora – ma sono minoranze sempre più allo scoperto, che sfruttano con astuzia i moderni mezzi di comunicazione, che si insinuano velenosamente negli stadi, nelle scuole, nelle situazioni di disagio”.

Per Mattarella, che fa riferimento chiaro al senatore Lannutti, “la riproposizione di simboli, di linguaggi, di riferimenti pseudo culturali, di vecchi e screditati falsi documenti, basati su ridicole teorie cospirazioniste, sono tutti segni di un passato che non deve in alcuna forma tornare e richiedono la nostra più ferma e decisa reazione”.

Noi italiani “abbiamo un dovere morale”, ha sollecitato il capo dello Stato, “verso la storia e verso l’umanità intera. Il dovere di ricordare, innanzitutto, Ma, soprattutto di combattere, senza remore e senza opportunismi, ogni focolaio di odio, di antisemitismo, di razzismo, di negazionismo, ovunque esso si annidi. E di rifiutare, come ammonisce spesso la senatrice Liliana Segre, l’indifferenza: un male tra i peggiori”.