Dal carcere alla Fashion Week: i detenuti lavorano a uncinetto

Un progetto in Brasile ha fatto nascere una collezione di abiti

APR 27, 2018 -

San Paolo, (askanews) – Un progetto partito per insegnare ai detenuti a lavorare a maglia in Brasile è arrivato a creare una collezione di abiti, ben 45 pezzi, presentata sulla passerella della Sao Paulo Fashion Week, la più importante del Sud America. A seguire il progetto “Ponto Firme”, due volte a settimana nel penitenziario Adriano Marrey, a Guarulhos, area metropolitana di Sao Paolo, lo stilista Gustavo Silvestre.

“Non è iniziato con l’idea di una sfilata di moda, non abbiamo fatto abiti all’inizio del progetto. Ma lavorare con l’uncinetto ci ha portati naturalmente a fare dei vestiti durante il workshop e mi sono reso conto che avevamo una collezione, molti pezzi di vestiario”.

Uno dei detenuti, Andarson da Silva, che sta scontando una condanna a 10 anni per rapina a mano armata:

“Sono sempre stato molto nervoso, molto stressato, ma oggi mi sento calmo, grazie a Dio, ho una vita diversa, un diverso modo di pensare, grazie a questo. Questa è una terapia che fai per te stesso ed è molto più sorprendente di quello che immagini”.

E sui pregiudizi, che vorrebbero etichettare il lavoro a maglia come un passatempo poco virile, risponde il collega Thiago Araujo:

“Quando ho iniziato, la gente mi prendeva in giro, mi chiamava femminuccia e così via… Se avessi smesso non sarei arrivato dove sono. Se avessi ascoltato quelle persone non potrei uscire oggi, non avrei l’opportunità di lavorare”.

Ago e filo, come “armi” di riscatto sociale. Nei due anni e mezzo di progetto, circa 120 detenuti hanno seguito le lezioni dello stilista brasiliano e qualcuno adesso collabora anche nel suo atelier:

“Sono venuto a queste lezioni e mi ha preso molto, ho visto un potenziale. Una delle cose che mi fa tornare qui ogni settimana è vedere cosa hanno prodotto durante la settimana. Ogni volta che torno mi sorprendono con bellissime cose, fatte davvero bene”.

Nella sfilata, che comprendeva giacche, berretti, borse, abiti, cappotti e scarpe, anche un messaggio contro le disuguaglianze sociali.