Mafia, Bruno Contrada: sono perseguitato da menti malate

Nuova perquisizione in casa dell'ex agente del Sisde

LUG 5, 2018 -

Palermo, (askanews) – Continua l’odissea giudiziaria per l’ex dirigente del Sisde Bruno Contrada, la cui casa è stata perquisita nell’ambito delle indagini sull’uccisione dell’agente di polizia Antonino Agostino e della moglie, avvenuto nel 1989. “E’ turpe, ingiusto e inumano che un vecchio continui a combattere – ha detto Contrada -. Di che cosa sono indagato, indiziato, sospettato, imputato? Di che cosa? Invece di lavorare per la sicurezza democratica avrei lavorato per la distruzione della democrazia in Italia? Solo delle menti malate o deformate da ideologie politiche che sono come tarli nel cervello degli uomini possono pensare una cosa del genere”.

Contrada, che appena un anno fa aveva visto concludersi un lunghissimo iter giudiziario iniziato 26 anni fa, con la revoca da parte della Corte di Cassazione della condanna a 10 anni inflitta per concorso in associazione mafiosa, non è indagato, come ha spiegato il suo legale Stefano Giordano. L’avvocato ha annunciato però un nuovo ricorso davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

Sono stati così sequestrati album di vecchie foto che ritraggono Contrada, all’epoca vice, con il capo della Squadra mobile di Palermo Boris Giuliano, ucciso il 21 luglio 1979 da Cosa nostra, il verbale della deposizione resa nel suo processo per mafia da un ex collega di Contrada. Prelevata pure una lettera, mai spedita, indirizzata al pm Nino Di Matteo, in cui l’ex 007 aveva abbozzato solo l’inizio, per tentare di chiarire alcuni aspetti della sua deposizione sul delitto Agostino. Materiale di nessuna attinenza e rilievo rispetto alle indagini, ha sottolineato l’avvocato Giordano.