Yarmouk, Siria: dipingere per superare l’orrore della guerra

Un gruppo di studenti di Belle Arti: "Ridare la luce della vita"

AGO 29, 2018 -

Roma, (askanews) – Era il più grande campo di rifugiati della Siria: Yarmouk, periferia di Damasco, col tempo ne è diventato un quartiere popolare, dove prima della guerra vivevano 160.000 palestinesi e quasi 100.000 siriani. Poi, l’orrore. Dapprima in mano ai ribelli, poi conquistato dall’Isis nel 2015, Yarmouk vive anni di atrocità e devastazione. Fino alla “riconquista” da parte del regime di Bashar al Assad, avvenuta nel maggio 2018 dopo un assedio implacabile che l’ha trasformato in una distesa di macerie. Oltre 140.000 persone sono fuggite, incalcolabili i morti e feriti. Ad aprile del 2018, prima dell’offensiva finale di Assad, a Yarmouk restavano appena 6.000 persone, secondo l’Onu.

Ora la vita comincia lentamente a tornare, e insieme alla vita, l’arte. Grazie all’Ong siriana Nour (“Luce”), è cominciato un esperimento che coinvolge 12 studenti di Belle Arti, che per una settimana hanno dipinto in mezzo alle rovine, catturando sulle loro tele la mostruosità della guerra, anche per esorcizzarla. “Quando sono rientrato, ho sentito un nodo alla gola”, ha spiegato Abdallah el Hareth, uno studente di 21 anni che prima della guerra viveva proprio a Yarmouk: “All’inizio non riuscivo a dipingere, ma poi ho capito che qualsiasi raggio di luce e di vita è una vittoria sulla morte”.