Venerdì 13 aprile, la sempre suggestiva Sala Deluxe della Casa del Cinema di Roma è stata sede della presentazione della nona edizione del Bari International Film Festival (Bif&st), che si terrà nel capoluogo pugliese dal 21 al 28 aprile. Inusualmente, per questo tipo di eventi, a relazionare erano solamente in due: l’onnipresente Felice Laudadio (ideatore e direttore della Rassegna) e Michele Emiliano (Presidente della Regione Puglia), il quale senza remore ha fatto capire la sua grande influenza sul Festival. Non manca certo di autostima costui, caratteristica che connota numerosi magistrati del Belpaese, e per far sentire la propria importanza, è arrivato con un “pingue”– spero ci venga perdonata la allusività con cui utilizziamo tale sostantivo – ritardo, lasciando la Stampa sostanzialmente a girarsi i pollici per una buona mezzora.
Stavolta, vogliamo essere inusuali pure noi, e non termineremo la narrazione di questo incontro col solito “taglio alla Flaiano”. Ci vogliamo liberare subito del peso della polemica, per passare a parlare della Kermesse pugliese. In buona sostanza, il Bif&st è finanziato pressoché nella sua totalità da fondi regionali, ma diventare il palcoscenico per un politico e, addirittura, farlo membro di una delle numerose giurie che compongono questo articolato festival, ci sembra francamente triste. Come si è parimenti rivelata una avvilente sorpresa ascoltare un Laudadio, solitamente molto affabile e ben attento a pesare le parole, spendersi nel solito, nonché alquanto inopportuno, “monito” da benpensante contro i pericoli insiti nella crescita di movimenti reazionari, arrivando grottescamente a fare un parallelismo tra il governo del presidente ungherese Viktor Orbán e il regime nazionalsocialista germanico. Vorremmo solo ricordare a Laudadio che il politico magiaro è stato legittimamente eletto dal suo Popolo, ma sembra proprio che la democrazia a taluni piaccia solo quando a vincere sono loro o i loro amici. Cosa altro dire? Una certa sinistra italiana, da tempo oramai completamente scollegata dalla realtà, ama parlare a se stessa, un po’ come fanno i matti. Eppure, noi eravamo lì per il Cinema. Ragion per cui, buttiamoci tutto alle spalle e raccontiamo in sintesi quelli che saranno gli appuntamenti di un festival, lo diciamo chiaramente, che pare scimmiottare quello di Roma, nel suo eccesso di iniziative, tralasciando la ricerca di una linea tematica coerente, che dovrebbe invece essere presente in una rassegna cinematografica.
Di sicuro la sede principale del Bif&st ha poche eguali, su questo non vi è alcun dubbio, essendo questa nel favoloso Petruzzelli, incluso tra i più bei teatri del mondo, al quale si aggiungono altre nove sale sparse per la città. Al Petruzzelli si svolgeranno le varie Masterclass previste dal calendario, tra cui spiccano quelle con: Pierfrancesco Favino (21 aprile); Mario Martone (25 aprile); Vittorio Storaro (27 aprile); Bernardo Bertolucci (28 aprile). Bertolucci sarà il vero protagonista di questa edizione del Festival, con la proiezione il 28 aprile della versione restaurata, a opera della Cineteca Nazionale e della Cineteca di Bologna, di Ultimo tango a Parigi (1972).
Con estremo piacere segnaliamo il tributo a un grande uomo di musica per il cinema quale fu Armando Trovajoli (1917 – 2013), al quale verrà dedicato un “cine-concerto” in ricordo del Maestro nel centenario della nascita, con proiezione di immagini dai suoi film e le sue musiche e le sue canzoni, trascritte e arrangiate in una veste nuova, e affidate all’esecuzione di musicisti professionisti, in omaggio alla passione poco nota di Trovajoli per il Jazz.
A Bari verrà ricordato anche un altro importante compositore per la nostra Settima Arte: l’argentino naturalizzato italiano Luis Bacalov (1933 – 2017), proiettando alcuni dei film da lui musicati, tra tutti Il postino (1994) di Michael Radford, che gli valse il Premio Oscar alla migliore colonna sonora, e il mitico Django (1966) di Sergio Corbucci, a nostro avviso l’unico Spaghetti Western che non sfiguri davanti a quelli di Sergio Leone.
L’ultimo evento significativo da segnalare è la proiezione di Nuovo Cinema Paradiso (1988) di Giuseppe Tornatore a trent’anni dalla sua uscita, che portò il cineasta siciliano a un meritato Oscar. Il 28 aprile, sempre al Teatro Petruzzelli, la pellicola verrà introdotta dal regista nella edizione restaurata (ancora dalla Cineteca di Bologna), la quale il 29 settembre 1988 ebbe a Bari – al Cinema Oriente allora esistente – la sua trionfale anteprima mondiale assoluta con presente l’intero cast (Philippe Noiret, Jacques Perrin, Brigitte Fossey, Salvatore Cascio, Antonella Attili e il compositore Ennio Morricone).
Per concludere, a Bari aprile sarà un mese di tanto cinema, e ciò è sicuramente un bene. Magari troppi premi senza grande senso verranno assegnati e il gigantismo di questa rassegna, come si evince dal programma consultabile a questo indirizzo in Rete: http://www.bifest.it/programma, non si attesta quale un proficuo momento di ragionamento sulla cinematografia. Come abbiamo detto in precedenza, l’intento del Bif&st è quello di ripercorrere la formula a suo modo vincente della Festa del Cinema di Roma, col suo essere un po’ hollywoodiana e un po’ sagra di paese. Nulla di male sotto il cielo, il cinema è fortunatamente pure questo. Ecco, che la Settima Arte stia da una parte e la politica da un’altra, ciò non sarebbe sbagliato; anche perché ci rimbomba ancora nelle orecchie, con nostra somma ilarità, la affermazione di Ignazio La Russa: “Io sono un grande cinofilo”. Considerato il livello culturale della classe politica italiana, ci permettiamo di suggerire di non essere troppo succubi, come spiegò in modo magistrale il Cyrano di Edmond Rostand (1868 – 1918): “Consumar le ginocchia? Misurar le altrui scale? Far continui prodigi di agilità dorsale? No, grazie!”.