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Prima grana: cronaca e trame sul ritorno di Mario Amato al Comune

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Cambio assessoriale a Biancavilla: dopo le dimissioni di Antonio Mursia, nominato Mario Amato, politico navigato del Centrodestra biancavillese. Un passaggio consumatosi a poche settimane dal varo della Giunta.

 

di Vittorio Fiorenza

Mario Amato nominato assessore comunale a Biancavilla al posto di Antonio Mursia, che comunque continuerà a collaborare da consulente (a titolo gratuito) per le politiche culturali. Il giuramento di Amato è già avvenuto al palazzo comunale. È lui il rappresentante del gruppo “Costruiamo il nostro futuro”, forza di maggioranza che poco più di un mese fa, quando il sindaco Antonio Bonanno aveva allestito la squadra amministrativa, non aveva espresso un proprio delegato.

Problemi e discussioni interni, legati ai criteri di scelta e ai nomi da proporre. Ne sono stati fatti diversi (da Carmelo Cantarella a Salvatore Chisari fino a Carmelo Randazzo e, per un brevissimo frangente, pure Ada Vasta), ma il primo a circolare era stato quello di Mario Amato, come aveva riportato Biancavilla Oggi.

Veti incrociati e disaccordi. Ed ora si è concretizzato il suo ingresso in Giunta, che mette formalmente un punto alla vicenda ma che, nella sostanza, lascia malumori sia all’interno del gruppo politico (alcuni dei componenti hanno saputo dalla stampa di questo passaggio ed altri non sono stati nemmeno avvertiti della cerimonia di giuramento) sia nell’ambito di altre forze di maggioranza.

A poco più di un mese dal varo della Giunta, si registra quindi il primo cambio assessoriale. Una vera e propria “grana” che non scombussola gli equilibri politici ma crea senz’altro un effetto ombra sull’immagine dalla neonata amministrazione comunale.

Via l’etichetta di Giunta “giovane”

Amato è un volto noto del Centrodestra biancavillese: 55enne, dipendente del Genio civile, è stato assessore con Mario Cantarella e consigliere comunale. I suoi dati anagrafici e il suo curriculum politico obbligano necessariamente a mettere di lato, dunque, l’immagine di Giunta “giovane” che si propone in “discontinuità” rispetto al passato disastroso: etichette con cui poche settimane fa era stato battezzato il nuovo corso amministrativo.

Che il gruppo coordinato da Nino D’Asero ed Antonio Portale dovesse avere un proprio rappresentante in Giunta era cosa scontata. E che la nomina dell’assessore designato già in fase elettorale fosse a breve scadenza era altrettanto risaputo. Ma la permanenza di Antonio Mursia, che sul fronte dei Beni culturali aveva già stilato un corposo ed articolato programma, sembrava essere destinata a durare quantomeno fino alle festività di San Placido o a Natale. Così, però, non è avvenuto.

Pressing in vista del Consiglio Comunale

Le voci di corridoio riferiscono di insistenti pressioni al primo cittadino per velocizzare il cambio assessoriale. Anche perché in Consiglio Comunale, il presidente Marco Cantarella ha posto già in scaletta i punti relativi al rendiconto di gestione 2017 (ultima fotografia di ciò che ha lasciato Glorioso in eredità) e le variazioni di bilancio (primo atto di scelte economico-contabili della coalizione uscita vittoriosa alle recenti elezioni).

Punti su cui –stando ad indiscrezioni raccolte da Biancavilla Oggi– il gruppo “Costruiamo il nostro futuro” avrebbe potuto assumere posizioni critiche. Peraltro sul rendiconto di gestione, alcuni esponenti di maggioranza avrebbero manifestato l’intenzione di votare “no” per «disgusto politico» nei confronti della precedente gestione amministrazione (un voto favorevole sul “consuntivo”, in realtà, è da intendere come una presa d’atto senza entrare nel merito politico).

Fatto sta che questo sarebbe il contesto di queste ore. Da qui, dunque, le dimissioni di Mursia e la nomina di Amato, non a caso avvenute prima delle sedute dell’assemblea cittadina.

I commenti di circostanza

«Coerentemente a quanto avevo già annunciato il giorno dell’insediamento della mia giunta – ha spiegato il sindaco Bonanno – trova rappresentanza una forza politica che, all’interno della coalizione che mi ha sostenuto, ha condiviso percorsi e programma. Ho massima fiducia in Mario Amato: siamo una squadra giovane ma abbiamo bisogno pure di figure d’esperienza in seno alla giunta comunale. Un sentito ringraziamento ad Antonio Mursia il cui lavoro proseguirà in continuità con quanto ha già cominciato».

Nelle prossime ore, il primo cittadino effettuerà una ridistribuzione delle deleghe.

«Metto a disposizione le conoscenze che ho maturato in questi anni – ha esordito il neo assessore, Amato -. Lavoreremo sulle idee ma anche sugli strumenti da utilizzare per metterle in atto. Personalmente, sono prontissimo a mettermi a lavoro».

L’attesa del quinto assessore

A Biancavilla, come in altri comuni, si è poi in attesa che la Regione decida sull’allargamento dei numero dei componenti di Giunta.

Se questo avvenisse -così come sollecitato da diverse amministrazioni, a cominciare da quella di Palazzo degli Elefanti- il Comune di Biancavilla, in base al numero di abitanti, dovrebbe avere il quinto posto nell’Esecutivo.

In tale evenienza, stando alle voci di corridoio di queste ore, la nuova poltrona potrebbe toccare a Vincenzo Amato, consigliere comunale eletto nella lista “Biancavilla che lavora”, forza che attualmente è presente in Giunta con l’assessore Alfio Stissi.

Ipotesi tutta da sviluppare, visto che la lista che porta il nome del sindaco e che in Consiglio Comunale vanta tre componenti, al momento non ha propri delegati all’interno della Giunta e con la previsione del quinto posto potrebbe avanzare pretese.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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