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Papa Francesco omaggia don Tonino, le parole più significative della storica visita in Puglia

Tommaso Cataldi
Papa Francesco a Molfetta
Per la prima volta nella storia, ieri un pontefice ha fatto visita alla città di Molfetta, celebrando una Santa Messa in omaggio al vescovo salentino
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Ieri Papa Francesco ha scritto la storia, facendo sì che un pontefice visitasse per la prima volta la città di Molfetta, per rendere omaggio all’amato ed indimenticato vescovo don Tonino Bello. Quasi a rendere concreta la “profezia” pronunciata da Giovanni Paolo II non appena il neo vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi andò a fargli visita subito dopo la sua nomina: «Oggi tu sei vienuto a trovare Pietro ma un giorno sarà Pietro che verrà a trovare te», disse Wojtyla. Don Tonino, un uomo che è morto prematuramente nel 1993 ma che è entrato nei cuori di tutti grazie alla sua devozione nei confronti dei più poveri, tracciando quel percorso che anche Papa Francesco sta portando avanti nel suo pontificato.

Per l’occasione abbiamo raccolto le parole più significative del Papa nel corso della sua visita in Puglia, prima ad Alessano, città natale di don Tonino Bello, e poi a Molfetta.

Discorso ad Alessano, dopo aver pregato lungamente in silenzio sulla tomba di don Tonino.

«Sono giunto pellegrino in questa terra. Guardare i poveri era la sua ricchezza e aveva ragione perché sono realmente ricchezza della chiesa. Una chiesa sintonizzata sul canale di Dio sente di dover tornare all’essenziale. Agiva localmente per generare pace globalmente, per evitare ogni genere di guerre perché la guerra genera povertà. La pace si costruisce a cominciare dalle case, dalle strade, dalle botteghe. Questa vocazione di pace appartiene alla vostra terra che don Tonino chiavava ‘terra finestra’, perché dal sud d’Italia si spalanca a tanti sud del mondo dove i poveri diventano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi. Siete una finestra aperta, una finestra di speranza perché il Mediterraneo sia un’arca di pace accogliente. In questa terra è maturato il suo sacerdozio. La vocazione secondo don Tonino è una chiamata per diventare innamorati del Signore, con l’audacia di non fermarsi alle mezze misure perché quando il Signore incendia il cuore, non si può spegnere la speranza. Il Signore ci dia la grazia di una chiesa non mondana, al servizio del mondo, una chiesa estroversa e non avviluppata verso di sé, non in attesa di ricevere ma di prestare pronto soccorso. Don Tonino era allergico a titoli ed onori, si è spogliato di tutto per l’amore di Gesù, dando spazio al potere dei segni e non ai segni del potere: lo faceva perché mosso dall’esempio del Signore, nel segno di una chiesa del grembiule. Don Tonino diceva che noi cristiani dobbiamo essere dei ‘contemplattivi’, della gente che non separa mai preghiera e azione. Imitiamo don Tonino, lasciamoci trasportare dal suo giovane ardore cristiano per vivere il Vangelo senza sconti».

Omelia durante la Santa Messa celebrata presso il porto di Molfetta.

«Don tonino ha vissuto per gli altri, è stato un vescovo servo, un pastore fattosi popolo che, davanti al tabernacolo, imparava a farsi mangiare dalla gente. Sognava una chiesa affamata di Gesù e intollerante ad ogni mondanità. Don Tonino sosteneva che la pace è convivialità, è mangiare il pane insieme agli altri, senza separarsi ma mettendosi a tavola scoprendo, contemplando, accarezzando l’altro. Quante volte Don Tonino ripeteva ‘In piedi!’ perché davanti al risorto non è lecito stare se non in piedi».

sabato 21 Aprile 2018

(modifica il 28 Giugno 2022, 20:45)

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