Mdp, i furbetti della manovrina: non la votano per obbligare Pd e FI a votarla

di Lucio Fero
Pubblicato il 4 Ottobre 2017 - 09:53 OLTRE 6 MESI FA
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Mdp, i furbetti della manovrina: non la votano per obbligare Pd e FI a votarla (nella foto Ansa, Roberto Speranza e Pier Luigi BersanI)

ROMA – Mdp, i furbetti della manovrina: non la votano per obbligare Pd e Forza Italia a votarla. A votarla insieme. Ed è questa la grande strategia di Massimo D’Alema, peraltro preannunciata prima ancora di sapere cosa ci fosse nella legge di stabilità 2.018. La grande, limpida e luminosa strategia è di obbligare il Pd di Renzi e Forza Italia di Berlusconi a votare insieme in Parlamento. Così Mdp di D’Alema e Bersani potrà gridare in campagna elettorale all’orrido inciucio e guadagnarci sopra qualche voto.

Ma non soltanto a qualche voto mira la cristallina e purissima strategia di D’Alema. L’obiettivo primo e ultimo insieme della strategia che parte con il no alla manovrina è la sconfitta…Del rigore finanziario? No, che quello è già sconfitto già in sede Ue, infatti la Ue ci ha già fatto robusto sconto di più di 10 miliardi sui conti relativi al deficit. La sconfitta allora di M5S alle elezioni o la sconfitta del centro destra montante e rimontante nei sondaggi e nella realtà? No, D’Alema-Bersani hanno obiettivo più strategico e nobile, una vera missione etico-politica: ammazzare il Pd.

Ammazzare il Pd alle prossime elezioni è la fulgida strategia e la magnifica ossessione di D’Alema e di Mpd. Ammazzare il Pd alle prossime elezioni è l’unica cosa che conta alle prossime elezioni. Se poi ci va di mezzo un po’ di economia e di ripresa economica italiane, allora D’Alema dirà che ne valeva il prezzo. Anzi non lo dirà, ma lo penserà di sicuro. magari gli scapperà detto in un momento di autocompiacimento osservando il buon esito della sua missione: Berlusconi-Salvini-Meloni insieme primi alle elezioni, Di Maio secondo, Renzi terzo e di fatto ultimo.

Meglio ancora la levigata strategia di D’Alema sogna un governo prossimo venturo con Berlusconi a comandare e Renzi, già sconfitto, a portare acqua. Per un po’ questo spettacolo e sotto questo peso il Pd che si dissolve, o meglio torna a casa, tra le braccia dell’unico vero papà e stratega, insomma lui, Massimo D’Alema.

Sotto questa luccicante bandiera dello spezziamo le reni al Pd, Mdp si dice ufficialmente fuori dalla maggioranza di governo. Quel governo, proprio quello, che avevano indicato di dover difendere. E che avevano giurato di difendere uscendo dal Pd. Perché Renzi era il nemico occulto del governo che loro andavano a difendere. Questo hanno detto e dicevano gli animi retti di Mdp. Quel governo ora lo mollano.

Perché, perché nella legge di stabilità ci sono tagli di spesa, tagli alla previdenza, tagli al Welfare? No, è una manovrina di circa 20 miliardi, circa 11 di nuovo deficit (concesso dall’Europa). Quindi deficit, secondo le richieste tradizionali della sinistra-sinistra. Nuovo deficit e niente tagli. E allora?

Allora nella manovrina ci poteva essere anche la distribuzione in piazza di banconote da cento, sempre Mdp si sarebbe messa di traverso. Perché ad Mdp nulla importa di cosa c’è nella manovrina. Cosa vuoi che sia un Pil che finalmente cresce, un po’ di occupazione in più e un bel po’ di soldi per favorire nuova occupazione giovanile? Sono nulla rispetto alla missione, all’unico primario interesse: ammazzare il Pd e vendicarsi di Renzi.

Questo è Mdp. E desta una certa politica tenerezza Giuliano Pisapia che con Mdp vuole stare ma ammazzare il Pd non vuole. Pisapia che poche ore prima va da Gentiloni e qualcosa concorda sulla manovrina e poche ore dopo Speranza ventriloquo di D’Alema comunica l’uscita dalla maggioranza e quindi la più totale smentita di azioni e parole di Pisapia.

Questo è Mdp e questa è la strategia, il pensiero, la missione, l’orizzonte etico e politico del partito. Bertinotti quando sfasciava governi dell’Ulivo (Prodi) diceva di lavorare per il socialismo in terra, qui e adesso, proprio in Italia. E in nome del socialismo…buttava giù Prodi e al governo arrivava Berlusconi. Altri tempi, oggi D’Alema intralcia se non sgambetta Gentiloni. Ma non lo fa per il socialismo. Lo fa per ammazzare il Pd e Renzi. Magnifica ossessione. Ossessione di una politica limpidamente senza morale, furbetta appunto.