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Gusto

I vini italiani con il miglior rapporto qualità-prezzo

Nella classifica dei Top Values, i vini low cost migliori al mondo, la rivista americana Wine Spectator inserisce anche molte etichette del made in Italy

C’è un settore in cui l’Italia continua ad andare forte: quello dell’enologia. I nostri vini, infatti, spopolano, non solo in patria, ma anche all’estero, Stati Uniti in testa. La conferma arriva dalle classifiche redatte da quella che è considerata una vera e propria Bibbia del mondo enoico, la rivista americana Wine Spectator. Dopo il tripudio tricolore nella Top Wines, la graduatoria principale, che a novembre ha visto trionfare il Sassicaia 2015, riconosciuto come miglior vino al mondo, ma anche il Chianti Classico Castello di Volpaia 2015 (giunto in terza posizione) e l’Etna Rosso San Lorenzo 2016 (classificato all’ottavo posto); ora è la volta dell’affermazione italiana nella graduatoria Top Values, quella che ordina i vini con il miglior rapporto qualità-prezzo. Per compilarla, gli esperti hanno valutato sia la qualità (con un punteggio superiore agli 88 centesimi) sia il prezzo: a essere premiati solo i vini con punteggio qualitativo superiore agli 88 centesimi e prezzo inferiore ai 20 dollari. Tutte le sei categorie previste vedono ai primi posti vini italiani.

I vini italiani che conquistano le prime posizioni

Partiamo con il segmento Elegant Reds, molto congegnale al nostro stile tanto che contempla ben sei i prodotti made in Italy. Al primo posto si piazza il Castello di Monsanto Toscana Monrosso 2016 (92 punti e 15 dollari), seguito dal Barbera d’Asti Battaglione 2015 di Renato Ratti (91 punti e 20 dollari) e dal Chianti Classico Rocca delle Macìe 2016 Famiglia Zingarelli (91 punti e 16 dollari). Presenti in classifica anche l’Aglianico del Vulture 2015 di D’Angelo (90 punti e 20 dollari), il Valpolicella Allegrini 2017 (89 punti e 17 dollari) e il Sangiovese Toscana, il Bastardo di Renzo Masi (88 punti, 10 dollari).Trionfo azzurro anche nella categoria Sparkling, quella degli spumanti. La medaglia d’oro, infatti, va al Lambrusco Emilia della Lini Oreste e Figli, grazie a 89 punti e un prezzo di circa 18 dollari. Medaglia di legno, poi, per il Moscato d’Asti Nivole 2017 di Michele Chiarlo (88 punti e 18 dollari). Quinto posto, infine, per Lo Colture Brut Valdobbiadene Prosecco (88 punti e 20 dollari di prezzo). L’ultima prima posizione la otteniamo nei Big Reds, ossia i rossi corposi, grazie all’Argentiera, Bolgheri, Poggio ai Ginepri 2015 (93 punti e 20 euro).

Anche gli altri segmenti vedono una nutrita presenza di vini italiani

I nostri vini, comunque, non sfigurano nemmeno negli altri segmenti. Nella categoria dei Bianchi Corposi, dominata dai produttori del Nuovo mondo (Usa, Argentina, Australia e Sudafrica), troviamo, in seconda posizione, il toscano Vermentino Colli di Luni Terenzuola (91 punti e 17 dollari di prezzo medio) e, in terza posizione, il friulano Pinot Grigio Attems 2017 (90 punti e 20 dollari).Tra i Light Whites, il campano Falanghina Sannio 2016 dei Feudi di San Gregorio con una valutazione di 89 centesimi e un prezzo di 19 dollari si aggiudica il decimo posto. A seguire il veneto Soave 2017 La Cappucina (89 punti e 15 dollari) e poi il sardo Vermentino di Sardegna Aragosta 2017 della Cantina di Santa Maria La Palma (88 punti e 15 dollari).Infine, nella categoria dei Rosè, si classifica Rosato Salento 2017 Calafuria della pugliese Tormaresca che fa capo al gruppo Antinori (89 punti e 15 dollari).