Nuova offensiva contro lo sfruttamento della prostituzione negli appartamenti cittadini da parte dei Carabinieri che hanno eseguito un nuovo decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip di Oristano nell’ambito dell’indagine ‘Albergo diffuso’, condotta dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Oristano. I militari proseguendo nell’indagine e monitoraggio che ha portato il sequestro di 7 appartamenti in città, tutti di proprietà di un 80enne ex Guardia carceraria, Giovannino Sanna e dei due figli, hanno accertato che l’attività illecita era ancora in corso con particolare riguardo in una casa di Via Aristana, risultata nella proprietà di un parente di Sanna, ma di fatto gestita da quest’ultimo. Tutto ciò nonostante il sequestro operato il 7 giugno scorso delle 7 case d’appuntamento di Via Vinea Regum e Via Lanusei.

L’indagine aveva mosso i primi passi un anno fa da un esposto anonimo arrivato al Comando Provinciale, dal quale si poteva ipotizzare un “giro di prostituzione” da parte di donne straniere, in alcuni appartamento di Via Vinea Regum. I primi accertamenti svolti dai militari del Nucleo Investigativo, coordinati dal Maggiore Mariano Lai, avevano consentito di accertare che le case erano occupate da ragazze straniere. L’indagine era quindi proseguita con l’identificazione delle prostitute e dei transessuali, circa 150 prevalentemente sudamericane, dei clienti e delle persone in grado di fornire informazioni, anche con intercettazioni, controlli in banche dati, e l’acquisizione dai siti internet “dedicati” delle inserzioni delle prostitute, riscontrando responsabilità penali sul conto dei tre individui, Sanna e i due figli, proprietari degli immobili.

Sono due le prostitute denunciate, che hanno rivestito il ruolo di “maitresse”, e un individuo di Oristano, dedito a risolvere tutte le problematiche e/o esigenze di carattere organizzativo e logistico delle prostitute, favorendo di fatto l’attività illecita. Proseguendogli accertamenti i carabinieri hanno accertato che anche quest’ultimo immobile sequestrato oggi è stato dato in affitto e gestito per l’esercizio della prostituzione. Da qui l’esigenza di interrompere tale status quo con l’emissione di una nuova ulteriore misura di sequestro.