L’unità è ancora lontana, ma il Pd sardo la insegue in ogni modo. Oggi l’assemblea regionale ha eletto il segretario, l’ex deputato del Sulcis Emanuele Cani, che ha indicato “l’unità” come una delle parole d’ordine che caratterizzeranno il suo mandato, da praticare attraverso “la condivisione e la capacità di fare squadra e di assumere decisioni in modo collegiale”. Ad affiancarlo in qualità di vicepresidente ci sarà il presidente della Commissione Bilancio in consiglio regionale, Franco Sabatini.

Sarà lui a traghettare il partito nei prossimi mesi dopo le liti furibonde di tre settimane fa, sfociata quasi in una rissa tra la corrente soriana (pro-congresso subito) e la maggioranza rappresentata dalle aree dei popolari riformisti (l’area di Cani) e renziani, da sempre per un segretario traghettatore fino alle regionali del 2019. La scorsa riunione si era chiusa senza il numero legale: oggi la maggioranza ha avuto i numeri e ha vinto, ma ha teso la mano ai rivali, che per ora si smarcano. la presidente dell’Assemblea Laura Pulga ha annunciato le proprie dimissioni, anche se Cani le ha chiesto di rimanere.

“Una comunità cresce se diminuiscono i personalismi – ha detto – ai soriani chiederò di partecipare a questo progetto perché non si possono sfilare dal dovere di contribuire al dovere politico di rimettere in asse il Pd”. Lo stesso ex deputato Siro Marrocu, uno dei protagonisti della quasi baruffa del 9 luglio, ha spiegato che “questo partito ha bisogno di Renato Soru e di chi vede in lui un punto di riferimento, per questo gli dico di partecipare alla segreteria che Cani costituirà e di condividere con noi momenti difficili per costruire assieme una grande coalizione che sia in grado di dare prospettiva alla Sardegna”.

L’eurodeputato, da parte sua, ha preso atto dell’elezione di Cani e gli ha augurato buon lavoro, chiedendosi però se “basterà rieleggere un segretario espresso dalla maggioranza che ha portato il partito dal 20 a 10%”. Intanto, il nuovo numero uno del Pd sardo pensa al dopo. “Il mio obiettivo sono le elezioni regionali – taglia corto – subito dopo è giusto che sia celebrato il congresso per lo sviluppo di una discussione che ci porti verso una strada nuova”. Intanto, è prioritario “ricostruire il tavolo del centrosinistra nella nostra Regione, sentire tutti e capire come ricostruire in tempi rapidissimi il tavolo”. In pratica, “ripartire dalla coalizione del 2014 e da lì capire come ampliarla, cercando di riportare dentro la sinistra che è andata via”.

Perché, ha concluso, uno dei motivi per che il 4 marzo ha determinato la sconfitta del Pd, “è l’isolamento rispetto al campo politico nazionale: l’idea di un Pd che si presenta solo, e da solo al comando, è superata. Dobbiamo lavorare sulla coalizione”. Ma le fibrillazioni non sono finite e il congresso viene ancora auspicato da Dolores Lai, che si è già candidata alla guida del partito quando si arriverà a quella fase.