POLITICA

Velletri – La Bandiera Nera sventola in Comune con Paolo Felci e l’esercito di CasaPound

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La marcia di Paolo Felci e del suo gruppo verso il palazzo comunale

La marcia della “Maschia Gioventù”, in direzione Comune. Così un raggiante Paolo Felci, all’indomani del 10 giugno, giorno che ha sancito la sua elezione in Consiglio comunale, ha definito il gruppo di fedelissimi che lo hanno “scortato” verso il palazzo comunale, lì dove a partire dalle prossime settimane avrà l’onore e l’onere di rappresentare le migliaia di persone che tracciando un segno sul suo nome, o votando le liste collegate alla sua candidatura a sindaco, lo hanno sospinto verso quello scranno consiliare che appena 5 anni prima gli sfuggì per una manciata di voti.  

2391 i voti per lui, per un 9.4% che in determinate condizioni (al momento comunque difficili da ritenerle concretizzabili) potrebbe fruttare anche un secondo consigliere alla coalizione, che andrebbe appannaggio di Marco Polverini, il cui nome è stato scritto più di 200 volte dai cittadini veliterni. 

Il selfie di Paolo Felci in piazza Cesare Ottaviano Augusto

Euforico Paolo Felci al momento di dirigersi verso il Comune: “Finalmente dopo tanti anni in Consiglio comunale, bandiera nera”. Ed è proprio con la bandiera nera, simbolo per eccellenza dell’anarchia, che il leader di CasaPound si è diretto verso il Palazzo, tra i fumogeni del suo gruppo. “Ad Ostia il 9% lo avete fatto passare vigliaccamente per un risultato legato agli Spada, il 9.4% di Velletri a chi lo volete associare? Fatevene una ragione – ha dichiarato proprio Paolo Felci -; il lavoro fatto tra la gente e per la gente porta risultati”.

Nei prossimi giorni, in attesa della sua “prima” in Consiglio, proprio Paolo Felci sarà chiamato a sciogliere le riserve su chi appoggiare dei due candidati al ballottaggio. Probabile anche una tacita desistenza, che lasci ai suoi la libertà di voto. Tutt’altro che scontato, infatti, il suo appoggio al candidato di centrodestra, soprattutto per via delle frizioni, che si perdono nel tempo, col gruppo dirigente di Fratelli d’Italia, col quale non è mai corso buon sangue, a partire da un’interpretazione totalmente difforme dell’applicazione dei principi della destra sociale. Un Paolo Felci, quindi, che rischia di trasformarsi nell’ago della bilancia per i destini del nuovo inquilino più illustre di piazza Cesare Ottaviano Augusto. Con un esito tutt’altro che scontato…

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