CRONACA

Albano – Seviziata e costretta a mangiare anche 9 ciambelle per ingrassare: il caso di Regina finisce su ‘Chi l’ha Visto?’

Regina

La puntata di “Chi l’ha visto?” in cui si é parlato del caso di Regina

Anche la trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha Visto?” si è recentemente occupata del caso di Regina, la 28enne di Albano che, nei mesi scorsi, secondo l’accusa, e secondo le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri, è stata seviziata e picchiata dai suoi vicini, che la costringevano a prostituirsi, ma anche ad ingrassare e ad assumere medicinali che le bloccassero il ciclo.

Talmente ingrassata (costretta a mangiare almeno 6 ciambelle al mattino) e piena di lividi, tanto da non riuscire ad avere più clienti. Lei, prima talmente bella, poi imbruttita, ingrassata, e piena di lividi, ustioni in diverse parti del corpo.

Tutto frutto della crudeltà dei suoi vicini di casa (“amica”, il suo fidanzato e la madre della prima), arrivati persino a passarle il ferro da stiro incandescente sui glutei o a farla ingozzare con 9 cornetti e ciambelle (perché la sua amica era persino gelosa della sua bellezza…).

L’irruzione della Polizia nella casa dei vicini

Botte e percosse per lei, che dalla morte della madre non si era più ripresa, ed aveva finito per cadere nelle mani della bieca violenza di chi aveva sfruttato il suo dolore, fingendosi amica. 

Soldi in contanti o da versare su una carta ricaricabile dopo ogni prestazione, in favore dei suoi vicini, nella casa dei quali la Polizia ha rinvenuto una pistola ad area compressa, una spranga di ferro, un coltello e quel ferro da stiro con la quale la giovane é stata ustionata da chi dovrà ora rispondere di induzione e sfruttamento della prostituzione, lesioni gravissime e violenza privata, aggravati dalla crudeltà e dalle sevizie. 

Regina era costretta ad ingrassare e veniva picchiata dai suoi seviziatori

La giovane ad inizio luglio venne trovata tumefatta ed ustionata nella sua abitazione di via Virgilio e alcune settimane dopo sono stati arrestati dagli agenti  di Polizia i presunti responsabili delle sevizie che la giovane era stata costretta a subire.

Gli agenti della Squadra Mobile e del Commissariato Albano avevano arrestato madre, figlia e fidanzato di quest’ultima, vicini di casa della vittima (di 57, 32 e 26 anni).

A quanto ricostruito dagli investigatori i tre l’avrebbero costretta a prostituirsi a loro vantaggio economico e sottomessa, sia fisicamente sia mentalmente. 

Pamela Franconieri, Commissario capo della Squadra Mobile di Roma

Per costringerla, in un crescendo di malvagità, l’avrebbero percossa, provocandole lividi ed ecchimosi, tagli da lama e bruciature in diverse ed estese parti del corpo inferte in tempi differenti, anche con l’utilizzo di corpi contundenti e incandescenti, in modo spietato e disumano.

Seviziata, sottomessa emotivamente e psicologicamente, umiliata in ogni modo: in queste condizioni la 28enne é stata trovata nella propria abitazione, dove viveva da sola dopo la morte della madre, per poi essere trasportata in codice rosso presso l’Ospedale di Albano.

L’epilogo di questa terribile vicenda si è manifestato, con un crescendo di violenza, la notte tra il 2 e il 3 luglio, quando la giovane è stata brutalmente ferita e seviziata, al punto che qualcuno, sentite le urla, ha attirato l’attenzione delle forze dell’ordine. 

La determinazione  degli  indagati non si è fermata neanche di fronte al ricovero della donna. Nei giorni seguenti hanno infatti continuato a fare la parte dei “buoni vicini di casa”, provando anche a depistare le indagini.

I tre arrestati dovranno rispondere, in concorso tra loro, dei reati di induzione e sfruttamento dell’attività di prostituzione, di lesioni gravi, violenza privata e minaccia, con l’aggravante di aver adoperato sevizie e agito con crudeltà. 

Nella trasmissione di Rai 3 la conduttrice, la giornalista Federica Sciarelli, ha approfondito il caso con Pamela Franconieri, Commissario capo della Squadra Mobile di Roma.

Proprio lei ha lanciato un messaggio a chi dovesse trovare ad essere vittima di casi di violenza e ad essere riottoso nel denunciarli: “Le vittime di reati così gravi devono denunciare. C’è una rete pronta ad accoglierli, fatta di operatori di forze dell’ordine, magistratura, ospedali, centri antiviolenza, pronti ad ascoltare la vittima e supportarla in tutto il percorso giudiziario”.

Il ferro da stiro sequestrato dalla Polizia

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