Catanzaro, ‘Capitale’ della giustizia e capofila dell’anti’ndrangheta’ foto

Prima riunione del Csm nel distretto del capoluogo calabrese. Legnini: «Qui si gioca la credibilità dello Stato». Da Gratteri proposte e “frecciate” VIDEO E FOTO 

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    di Antonio Cantisani

    Catanzaro “capitale” della giustizia in Italia e “capofila” della lotta alla mafia. Dal distretto “frontiera” del capoluogo calabrese si rafforza la sfida della magistratura all’illegalità e alla pervasività della ‘ndrangheta, sfida che si condensa nella prima riunione “itinerante” del Csm in terra calabra. E’ qui che operatori ai massimi livelli si confrontano per affinare proposte e strumenti di contrasto alla criminalità organizzata, dando ulteriore slancio alla spinta determinata dall’arrivo a Catanzaro del procuratore Nicola Gratteri un anno e mezzo fa.

    L’intervento di Legnini – E’ il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini a illustrare, nel corso del suo intervento alla Corte d’appello di Catanzaro, il senso di questa seduta del Consiglio superiore della magistratura nel capoluogo calabrese, che tra l’altro vede l’esordio del neo procuratore generale Otello Lupacchini (si insedierà ufficialmente a gennaio). «I magistrati e le forze dell’ordine della città e del distretto di Catanzaro compiono un lavoro importante, complesso, rischioso che quotidianamente assicurano al servizio della collettività e del territorio», esordisce Legnini esprimendo «la gratitudine dell’organo di governo autonomo della magistratura per questo lavoro portato avanti» dai rappresentanti dello Stato sul territorio. Facendo anche riferimento al recente scioglimento in Calabria di 5 Comuni per infiltrazioni ‘ndranghetiste,  Legnini poi aggiunge: «La giustizia costituisce il presidio più forte e solido per la collettività e per il territorio, anche per le istituzioni, naturalmente, non può conseguire una tendenza alla delega alle istituzioni giudiziarie e alla magistratura. Ciascuno, quindi, deve fare la sua parte: le istituzioni, i cittadini e il sistema delle imprese. Tutti devono fare squadra perché in questo Distretto giudiziario non c’è in gioco soltanto il destino dei cittadini, ma – conclude il vicepresidente del Csm – anche l’efficacia della risposta dello Stato contro la criminalità organizzata».

    Le proposte di Gratteri – Ovviamente, a catalizzare l’attenzione generale è il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, che definisce «fondamentale questa vicinanza del centro verso la periferia» commentando la seduta del Csm presso la Corte d’appello di Catanzaro. Ma Gratteri coglie l’occasione della presenza del “gotha” della magistratura italiana (e calabrese) e del vicepresidente del Csm Legnini anche per lanciare proposte migliorative dell’azione di contrasto alla ‘ndrangheta. «Concretamente – prosegue il procuratore di Catanzaro – abbiamo avuto dal ministro della Giustizia e dal Csm un aiuto concreto, con l’aumento dell’organico e sotto il profilo della tecnologia. Ma ancora c’è bisogno di ridisegnare la geografia giudiziaria e di mettere a regime tutta la forza e tutte le potenzialità. Oggi ho proposto la necessità e l’urgenza di pensare al Tribunale distrettuale perché i tribunali dei circondari vanno in sofferenza quando arrivano più processi o arrivano maxiprocessi, a causa dell’esiguo numero dei magistrati e della poca esperienza di alcuni magistrati in considerazione del turn-over».

    I limiti del contrasto alla mafia – Ma, fedele alla sua indole, Gratteri non nasconde la polvere sotto il tappeto e parla chiaro intervenendo al seminario di studi organizzato alla Camera di Commercio dal Csm in collaborazione con Anm e Unicos: «Non si sta affrontando in modo sistematico il contrasto alla criminalità organizzata. Abbiamo ancora problemi di coordinamento tra procure, sotto questo aspetto a esempio spero – prosegue – che il Csm sia duro contro chi non comunica di avere un collaboratore di giustizia, e non vado oltre su questo punto. Ci sono poi ancora problemi sul versante della cooperazione internazionale, soprattutto a livello europeo, dove c’è un quadro disorganico. In quest’Europa così disorganica – osserva il procuratore di Catanzaro – sento parlare ancora di Procura Europea: sul piano teorico sono d’accordo, ma mi chiedo se l’Italia ha davvero la forza di parlare con Germania e Francia di omologazione dei codici. E da dove partiamo? Dal codice della Lettonia? Attenzione a questi slogan e a questi entusiasmi». Secondo Gratteri «la cooperazione è fondamentale per il contrasto alla mafia e alla ‘ndrangheta, che è presente in quattro continenti, ma l’Europa non ha interesse a contrastare le mafie, perché a esempio i tedeschi dovrebbero spiegare perché per 25 anni hanno negato l’esistenza della mafia, e poi spaventerebbero gli investitori. E non basta fare rogatorie: ai nostri magistrati che vanno all’estero consiglio di puntare sui rapporti personali e consiglio di essere seri, perché – conclude il procuratore di Catanzaro – rappresentiamo l’Italia, che ha una delle migliori polizie al mondo». 

     

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