Antimafia, Gratteri agli studenti: indignatevi e prendete posizione

Il procuratore risponde alle domande degli studenti dell’Ite “Grimaldi-Pacioli” su temi come legalità, liberalizzazione delle droghe e rapporto tra ‘ndrangheta e massoneria deviata

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    «C’è bisogno di ragazzi che si impegnino nel sociale, che magari non usino per ore il telefonino ma donino il sangue, che è un atto di amore. Ai ragazzi dico: amate la vostra terra, abbiate il gusto del bello, indignatevi quando vedete sporcare le vostre spiagge, prendete posizione e non ridete davanti allo sfascio». Lo ha detto il procuratore Nicola Gratteri parlando con gli studenti dell’Ite “Grimaldi-Pacioli” nell’ambito della terza edizione di “Catanzaro Legal Economy”, promossa dall’istituto tecnico economico con il patrocinio del Comune.
     
    Il ruolo dell’istruzione – Con la consueta disponibilità, e la consueta franchezza, Gratteri si è sottoposto al “fuoco di fila” delle domande degli studenti sui temi dell’antimafia e della legalità, introdotti dalla dirigente dell’Ite “Grimaldi-Pacioli” Maria Levato e dal docente responsabile del progetto “Legal Economy” Rosario Mancuso. Molti gli argomenti toccati dal procuratore  della Dda del distretto di Catanzaro. «I governi che si sono succeduti negli ultimi decenni hanno investito sempre meno in istruzione», ha detto in premessa Gratteri. «Parlo di istruzione prima che di cultura – ha proseguito – perché l’istruzione è la prima cosa, fornendo ai ragazzi gli strumenti per apprendere. Oggi vedo che c’è una scuola sempre più blanda, più leggera, oppure assistiamo a tanti “caproni” che si laureano in legge anche perché c’è un sistema che assegna i contributi alle Università in base al numero degli iscritti. Questo – ha spiegato Gratteri – è un male per la nostra nazione, soprattutto rispetto a tante altre nazioni. E’ colpa soprattutto della politica: sia chiaro, non sto salvando nessuno negli ultimi 25 anni». Secondo il procuratore di Catanzaro «c’è stato poi in generale negli ultimi decenni un abbattimento della morale e dell’etica, una scostumatezza che porta ad avere anche genitori “animali” che vanno negli istituti scolastici e aggrediscono gli insegnanti: questa è la forma peggiore di educazione, perché se il ragazzo appartiene a una famiglia perbene si chiude nella sua stanza guardando solo internet o il cellulare, se è il figlio di mafioso la sua cultura mafiosa viene ulteriormente alimentata. Ecco perché insisto sempre sulla scuola a tempo pieno. Gli insegnanti italiani sono l’ultima spiaggia per costruire il cammino degli studenti e però sono i peggio pagati dopo quelli della Grecia. La mia paura – ha rilevato Gratteri – è che stiamo crescendo ragazzi abbandonati a loro stessi». 
     
    Il ruolo degli studenti – Gratteri ha poi rimarcato come nel distretto di Catanzaro «nell’ultimo anno e mezzo abbiamo migliorato di molto il lavoro degli uffici e la qualità delle investigazioni e faremo sempre più indagini di qualità migliorando il livello di vivibilità, ma questo non basta: c’è bisogno di un ricambio di gente nuova e pulita che occupi la cosa pubblica. C’è bisogno di ragazzi che si impegnino nel sociale, che magari non usino per ore il telefonino ma donino il sangue, che è un atto di amore. Ai ragazzi dico: amate la vostra terra, abbiate il gusto del bello, indignatevi quando vedete sporcare le vostre spiagge, prendete posizione e – ha osservato il procuratore di Catanzaro – non ridete davanti allo sfascio».
     
    Il rapporto ‘ndrangheta-massoneria deviata – Altro tema affrontato da Gratteri su input degli studenti del “Grimaldi-Pacioli” è il rapporto tra ‘ndrangheta e massoneria deviata, rapporto che – ha spiegato – «si è “istituzionalizzato” negli anni ’70 con la creazione della “Santa” e della figura del “Santista”, che può far parte della ‘ndrangheta e della massoneria deviata. In questo modo si entra in contatto con i quadri della pubblica amministrazione e con professionisti, in pratica in una loggia massonica deviata si partecipa alla co-gestione della cosa pubblica. Il rapporto con la massoneria deviata – ha affermato il procuratore  – è il grande salto di qualità della ‘ndrangheta, che così esercita il potere reale. Questo purtroppo è stato colpevolmente sottovalutato per decenni dalla magistratura, dalle forze dell’ordine e soprattutto dalla politica».
    Droghe leggere, no alla legalizzazione – Infine, un tema molto sentito da Gratteri, quello della legalizzazione delle droghe leggere, che a suo avviso «non è una vera esigenza del Paese». «In primo luogo – ha rilevato – dal punto di vista scientifico non è esatto parlare di droghe leggere e droghe e pesanti. Sbaglia chi ritiene che la legalizzazione delle droghe leggere consentirebbe di impiegare le forze dell’ordine per cose più importanti, perché in una piazza in cui si spaccia comunque le forze dell’ordine devono intervenire per lo spaccio di altre sostanze, e quindi questa motivazione non regge. Così come – ha concluso Gratteri – non è vero che con la legalizzazione delle droghe legge si impoveriscono le mafie e lo Stato incassa denaro: se si considera che al mercato nero un grammo di marijuana costa 4-5 euro mentre in farmacia costerebbe 10 euro, perché un giovane dovrebbe pagare dieci euro per averla quando può procurarsela a molto meno? E inoltre, non c’è nessuno al momento che possa dire che la droga non crea dipendenza o non fa male».
     
    Antonio Cantisani
     

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