Sirio 26-29 marzo 2024
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29 novembre

Violenza e rifiuto in famiglia: le risposte delle religioni e il ruolo degli operatori socio-sanitari

Un seminario presso il Policlinico promosso dal gruppo “Insieme per prenderci cura” per favorire una cultura del dialogo su comportamenti sociali e abusi in aumento

24 Novembre 2017

È un mondo sempre più violento, il nostro, e i dati divengono allarmanti quando si considerano le fasce più giovani della popolazione e la violenza – fisica e psicologica – nei confronti delle donne. Un ulteriore aspetto merita una riflessione, ossia il fatto che spesso tali forme di violenza si concretizzino in famiglia.

Per questo motivo il gruppo “Insieme per prenderci cura” – nato dall’incontro di realtà sanitarie e religiose (Collegio degli Infermieri Ipasvi Milano-Lodi-Monza e Brianza, Biblioteca Ambrosiana, Associazione Medica Ebraica e Comunità Religiosa Islamica Italiana) – ha ritenuto opportuno affrontare questo delicato tema in un seminario dal titolo «Violenza e rifiuto in famiglia: le risposte delle religioni e il ruolo degli operatori socio-sanitari», in programma mercoledì 29 novembre, dalle 16 alle 20, nell’Aula Magna Padiglione Devoto Mangiagalli della Fondazione Irccs Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico Milano (via Commenda 12).

Il seminario intende favorire una cultura del dialogo su comportamenti sociali e abusi in aumento. Il confronto tra diverse realtà della società, del mondo medico-infermieristico, della scuola e delle religioni è necessario per diffondere strumenti in grado di fronteggiare tali situazioni oltre ad analizzarne le cause e la storia dei singoli casi.

«L’argomento – commenta Giovanni Muttillo, presidente del Collegio Ipasvi Milano-Lodi-Monza Brianza – merita una duplice riflessione, ed è con questo spirito che abbiamo deciso di sviluppare l’incontro: da un lato si vogliono fornire agli operatori sanitari gli strumenti necessari a intercettare la violenza quando le vittime si presentano nelle nostre strutture a seguito di traumi o ferite, e a creare quel rapporto di fiducia ed empatia alla base del processo assistenziale, da quale potrà anche discendere la volontà da parte dell’assistito di segnalare il fatto alle autorità. Per noi operatori già questo è un aspetto di primaria importanza. Dall’altro lato, inoltre, si vuole comprendere il fenomeno, individuando con i religiosi il rapporto esistente fra religione e violenza, e come fornire strumenti anche alle famiglie che incontriamo nel nostro percorso professionale».

«Troppo spesso la violenza viene da persone di famiglia o molto vicine e quindi non sospettabili – aggiunge Rosanna Supino, presidente dell’Associazione Medica Ebraica -. L’idea di rispetto e la sensazione di inferiorità non permettono alla donna e al minore, spesso anche per motivi socio-culturali, di riconoscerla, prenderne coscienza e difendersi. Medici di famiglia, referenti religiosi e insegnanti possono avere un ruolo importante nel far emergere situazioni in cui ignoranza e omertà sono determinanti».

Dopo una riflessione introduttiva sul fenomeno, quindi, le tre religioni monoteiste (Ebraismo, Cristianesimo e Islam), e il Buddismo si confronteranno sul tema della violenza sessuale, domestica e sull’abuso, cercando di fornire risposte ai grandi quesiti e dilemmi che l’argomento pone.

«Abbiamo pensato di affrontare nel programma anche la questione del rifiuto – aggiunge Monsignor Pier Francesco Fumagalli, Vice Prefetto della Biblioteca Ambrosiana -, con cui ci riferiamo sia al mancato ascolto, per esempio degli adolescenti, tipico della nostra società frettolosa e disattenta, sia al rifiuto vero e proprio di un familiare, magari perché affetto da una patologia o da una problematica di salute importante. Se ne parla sempre troppo poco: per tale motivo il nostro gruppo “Insieme per prenderci cura” ha ritenuto opportuno trattare approfonditamente la questione».

«La violenza, oltre che fisica, è anche violenza di pensiero – conclude ‘Abd al-Sabur Turrini, direttore Generale della CO.RE.IS Italiana – e può pervadere l’ambito familiare, colorandosi abusivamente di educazione o di religione. In queste situazioni di disagio, un riferimento reale e non ideologico alla religione, in comunicazione sinergica con il medico e gli operatori sanitari, può offrire una via di uscita da un tunnel patologico e pericoloso. Ecco perché il tema della violenza in famiglia ci sembra un tema fondamentale, da affrontare con determinazione e urgenza».

Il seminario vedrà la partecipazione tra gli altri di Gavriel Levi (docente in Psicologia, Pedagogia e Servizio Sociale all’Università La Sapienza di Roma), Luisa Cirella (coordinatore infermieristico presso il Soccorso Violenza Sessuale e Domestica – Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico Milano) e Francesca Tucci (professoressa di Lettere al Liceo Virgilio di Milano).

Gli esperti e i religiosi cercheranno insieme risposte alle domande:
Come definite il concetto di violenza e come è vissuto nelle vostre comunità?
Nel processo educativo quali sono il ruolo e i limiti dello ius corrigendi?
Come è affrontata in ciascun culto la questione della parità di genere e come è espressa e tutelata questa parità all’interno della famiglia?