Cerca

Prostituzione e case a luci rosse: affari d'oro sulla pelle di giovani e belle clandestine

Sono provocanti e "invisibili": indagini serrate per risalire a chi gestisce l'enorme mercato del sesso. E sui clienti

Clandestine! Eppure popolano le case hot del centro offrendo ogni tipo di prestazione mentre si fanno ritrarre in pose ammiccanti per esibire "talenti" nel mondo virtuale con annunci web dove invitano i clienti a raggiungerle a Cassino. Belle e provocanti, con nomi reali o finti, ma ugualmente invisibili per lo Stato.
Fantasmi che sbarcano e ripartono con cadenza settimanale o quindicinale. Ma gestite da chi?

Quando a bussare è la polizia

Sono stati i recenti blitz della polizia di Stato a scovarle, trovandole impegnate con lunghe liste di clienti, in camere da letto attrezzate e cordiali all'apertura della porta. Le tipologie sono diverse: ad accomunare sudamericane e orientali c'è la mancanza di permessi per stare sul suolo nazionale. Tre le cinesi trovate nel giro di pochi giorni in due distinte case del piacere, una in via Sferracavalli e l'altra in via Garigliano mercoledì. Vivevano in quelle quattro mura con l'obiettivo di prostituirsi ma i contratti di locazione erano firmati da un connazionale. Un terzo soggetto, in entrambi i casi, che potrebbe partecipare alla gestione delle alcove. Nel primo caso, addirittura, è stata arrestata una maitresse accusata di aver contattato una connazionale con la scusa di un lavoro da massaggiatrice per poi farla prostituire, riconoscendole 10 o 15 euro a prestazione.
Nel secondo caso gli agenti del dottor Alessandro Tocco hanno scoperto una cinese che addirittura aveva piazzato una micro-camera sul balcone, per vedere dal display sistemato in cucina chi saliva e chi scendeva. Eppure, le cinesi ascoltate finora parlano con difficoltà l'italiano e, allora, chi le accompagna negli appartamenti? Chi affitta le case al posto loro? Accertamenti si stanno svolgendo anche sui proprietari delle case per capire se sono a conoscenza del business a luci rosse oppure no.

I sospetti

Il sospetto, in generale, è che a reggere le fila del mercato del sesso ci siano gruppi capaci di gestire circuiti vasti, direttamente dai paesi d'origine, facendo arrivare le ragazze con la solita lusinga del lavoro stabile. E, invece, restano soggiogate in un meccanismo dal quale è difficile uscire. Un giro ricco, talmente redditizio che magari qualcuna si fa pure strada e fa carriera nella piramide. Le case lungo le strade principali della città abitate da sudamericane hanno, invece, più confort e gli ambienti sono finanche più curati. Ecco perché se le orientali, a Cassino, chiedono una media di 50 euro a "massaggio", le altre partono da 100 euro ma si possono sfiorare cifre superiore. Dal materiale sequestrato nei recenti controlli della polizia si è stimato un introito giornaliero, per ciascuna ragazza, anche di mille euro a fronte di affitti settimanali dati ai procacciatori di 3-400 euro. Molte di loro sono clandestine o, comunque, non in regola con tutta la documentazione. Sono diverse quelle segnalate dal commissariato negli ultimi tempi.
E anche qui le domande nascono spontanee, anche alla luce di fatti già accertati che hanno visto un gruppetto di cassinati - tre soggetti - già denunciati per favoreggiamento della prostituzione: gestivano arrivi e partenze delle ragazze contattandole su internet. La verità è una: i clienti non mancano e il profumo dei guadagni facili fa correre più di qualche rischio.

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione