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Un terzo nome per Armando Capirchio

Sospetti su un pastore di Monte San Biagio che aveva vecchie ruggini col collega scomparso nel nulla

Spunta un terzo sospettato per la scomparsa di Armando Capirchio. Si tratta di un pastore di Monte San Biagio, finito sin da subito sotto la lente degli inquirenti ma che nelle ultime ore è entrato nel novero dei sospettati per quello che ormai appare certo essere stato un efferato delitto.
I carabinieri del comando provinciale coordinati dal colonnello Fabio Cagnazzo stanno stringendo sempre più il cerchio attorno ai possibili autori dell'omicidio e dell'occultamento del cadavere.
Oltre ai due pastori di Vallecorsa, padre e figlio di cinquanta e venti anni già iscritti nel registro degli indagati e difesi dall'avvocato Giampiero Vellucci, i sospetti si concentrano anche su un altro pastore di Monte San Biagio che avrebbe avuto delle questioni in sospeso con Capirchio e che dunque avrebbe potuto avere un movente per farlo fuori. Al momento l'uomo non è formalmente indagato ma potrebbe esserlo a breve insieme agli altri due colleghi vallecorsani.
Intanto i carabinieri hanno provveduto a sequestrare l'autovettura in uso a padre e figlio indagati per verificare l'eventuale esistenza di tracce che possano chiarire il loro ruolo nel giallo della sparizione di Armando Capirchio. Le ricerche del cinquantanovenne, o almeno del suo cadavere, continuano. E nelle prossime ore si attende dalla Calabria un gruppo di cacciatori particolarmente esperti nelle ricerche dei latitanti di ‘ndrangheta sull'Aspromonte, mentre si è in attesa dei risultati delle analisi sulle macchie di sangue umano rinvenute lungo il sentiero percorso abitualmente dal pastore scomparso e di quelle sugli abiti sequestrati ai due indagati. Venerdì il pm Vittorio Misiti ha affidato l'incarico a un biologo del Ris. L'esito degli esami è atteso per la prossima settimana: servirà a stabilire se quel sangue appartiene o meno ad Armando. In caso affermativo, si avrebbe la conferma di una colluttazione avvenuta tra il pastore e i suoi assassini. Il plurale è d'obbligo perché secondo gli inquirenti l'omicidio e il successivo occultamento del cadavere non può essere opera di una sola persona. Perciò il numero degli indagati potrebbe crescere ancora. A cominciare dal pastore di Monte San Biagio.
I carabinieri non tralasciano nessuna pista e proseguono a raccogliere testimonianze e a effettuare sopralluoghi investigativi lungo le pendici di Monte Calvo, dove Armando Capirchio accudiva i suoi amati cavalli. Cercano riscontri precisi alle dichiarazioni degli indagati e delle altre persone sentite da quel 24 ottobre quando il pastore è sparito nel nulla.
Sono giorni di angosciosa attesa soprattutto per la famiglia Capirchio, rappresentata dall'avvocato Filippo Misserville, che non può rassegnarsi alla scomparsa senza un perché e che chiede agli assassini di indicare almeno il luogo dove hanno occultato il cadavere del loro congiunto.

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