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Potere al Popolo e Leu, non c’è una sinistra che si salva

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Berlusconi le chiamava le “sinistre”, usando chirurgicamente il plurale per diagnosticarne la pericolosità. Eppure all’epoca di sinistre c’erano soltant i Ds, diretti discendenti del Pci-Pds, e Rifondazione Comunista, una forza che anche alla Spezia, quando nulla era in discussione, sfiorò perfino il 10%. Spesso alleate di governo, salvo ripensamenti bertinottiani, queste due espressioni politiche sono senza dubbio le realtà che escono peggio di questa tornata elettorale. Soltanto miopi logiche personalistiche non hanno portato ad una resa dei conti che ci doveva essere subito dopo il referendum del dicembre 2016. E invece in casa ‘dem’ si è spesso tirato fuori il famoso 40% delle elezioni Europee, una delle grandi colpe di Matteo Renzi: quel successo lo ha allontanato prima che dai compagni di partito, dal popolo del Pd, quello che va votare e che questa volta non è rimasto a casa, ma ha virato anche qui sul Movimento Cinque Stelle.

Brutte figure per “Liberi e Uguali”, appena sopra il 4% quando avrebbe potuto contare qualcosa almeno con il doppio dei voti: da Veschi a Basile, da Battistini a Fiore, passando per i vari Pastorino, Quaranta e compagni vari, è andata non male, malissimo. E non è la prima volta. Gli ex Pd e la sinistra che cercava una nuova casa da tempo (Possibile, Sinistra Italiana) falliscono l’aggancio verso tutti quei cittadini che non volevano votare Renzi e la Paita ma si sentivano comunque di sinistra. Ma evidentemente non è momento storico per “sentirsi di sinistra” e questa è la riflessione forse più profonda, completamente mancata nella gauche spezzina ma soprattutto italiana: quella che ha portato alla vittoria il Movimento Cinque Stelle e la Lega Nord. Molti iniziano a dire soltanto ra che è il momento di fare una riflessione interna, ma la sensazione è che per quel tipo di correzione in corsa ci si trovi fuori tempo massimo. Eloquente il dato di Potere al popolo (1,49%), che vedeva uniti dopo anni di scomposizioni atomiche, tutti i movimenti della tradizione comunista, sotto un’unica bandiera, entusiasta soltanto sulla carta. Fece meglio perfino Ingroia nel 2013 con la sua Rivoluzione Civile che toccò il 2,7%. Il dato certifica la sparizione dei comunisti, basti pensare che Casapound alla Spezia sfiora l’1%.

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