Il consiglio comunale lo aveva deciso all’unanimità circa tre settimane fa. E da ieri, la bandiera del Venezuela è stata apposta sul balcone del Palazzo di città.
La proposta era stata del consigliere Paolo Loizzo (Ape), il quale chiedeva di «esporre all’esterno del Palazzo di Città la bandiera del Venezuela, affinché anche la nostra comunità possa esprimere solidarietà a favore del popolo venezuelano, in particolare ai nostri concittadini emigrati, ed unirsi a quel coro di voci che, in qualsiasi sede nazionale ed internazionale, chiedono una soluzione, rapida e pacifica, per il ripristino della libertà e della democrazia».
Così ieri una delegazione del Centro Italo Venezuelano, presieduto da Rosa Anna Agatino, ha incontrato il sindaco Mazzilli per consegnargli il vessilli del Paese Sudamericano.
«Vedere esposta la bandiera del Venezuela è un grande onore e al tempo stesso è motivo di grandi emozioni» ha commentato la presidente.
Encomiabile, il gesto dell'Amministrazione. Ma perché non esporre, per equità, anche le bandiere del Tibet, della Palestina e del Kurdistan, desiderosi, anch'essi, di “libertà”?
Manifestando il mio appoggio al Venezuela, è doveroso sottolineare i motivi per i quali nasce una dittatura: o si manifesta a causa della debolezza del popolo e, nel contempo, della sua palese incapacità ad autogovernarsi; o a causa dell'investitura, nella figura del dittatore, di un apportatore di riscossa o di ordine (è il caso della Germania e dell'Italia) oppure di equità sociale (è il caso di Russia postbellica e Cina). Rimane comunque la difficoltà, stando lontani, di compenetrarsi con precisione nelle problematiche di quei Paesi nei quali la dittatura attecchisce.
Tutti appoggiano tutto: la violenza sulle donne, l'immigrazione, la dittatura, i marò in India, etc etc…. Come se esporre un manifesto, una bandiera risolvesse qualcosa.
Pensare un tantino ai problemini seri…? Tipo crisi di governo?
Ops… Dimenticavo: fa tutto parte del gioco… Nemici politici davanti ai media, a braccetto dietro le quinte.
Ma poi un bel palco a capodanno e tutto passa…
Siamo di una retorica spaventosa, viviamo anche moralmente nel mondo dell'apparire. Iniziativa di nessun contenuto fattivo. La solita esposizione di intenti che vorrebbe dire Corato c'è. La retorica tentiamo di sostituirla con la fattiva partecipazione, penso ad esempio ad una raccolta fondi x i ns connazionali. Vediamo come partecipa la città. Obiettivo 48.000 € da raccogliere in una settimana (1 € a testa). Credo sinceramente che ne raccoglieremo 100/200. Avete mandato la foto del balcone a Maduro? Magari si impressiona ed abdica.
Una bandiera per i senza lavoro e senza casa ce l'abbiamo?
Anche nel commento di Aldo emerge l'esasperazione per una realtà della quale pur'egli è vittima. Le lamentele non servono tanto a cambiare le cose: occorre che lo scontento si materializzi in un movimento più ampio, osservante delle regole democratiche. Ho sempre deprecato l'inerzia dei giovani del sud, diventata più preoccupante di quella dei loro padri e dei loro nonni. Ma mentre questi ultimi e penultimi vivevano quasi serenamente sotto l'egida di uno Stato protettivo e tollerante, ora la situazione è alquanto variata, anche per causa nostra. Ma, per assurdo, proprio dai giovani non proviene alcuno sprone di cambiamento, alcun suggerimento razionale, limitandosi, essi, a seguire improbabili “guru”. Come possono essere stimolati, i vecchi politici, a modificare il loro comportamento?