18 dicembre 2017 - 10:55

Da Cremonini a Ravasi: «Ecco il vero spirito del Natale»

Domani numero speciale di «Buone Notizie», con le illustrazioni dei giovani della Scuola del Fumetto

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«Quest’anno ci siamo indignati abbastanza o ci manca qualcosa? Abbiamo finalmente trovato le parole per parlare male di tutto e di tutti? Vuoi non prendertela anche col Natale? O invece il Natale, che un po’ sbagliato lo è sempre stato, può riportarci alla bellezza della cose imperfette?». Ecco, «questo auguro a me stesso e a chi legge». Quanto avete appena letto, riassunto a sua volta con l’imperfezione di ogni sintesi, è quanto si chiede Cesare Cremonini nel prossimo numero di Buone Notizie in uscita domani: numero «speciale» in quanto dedicato interamente al Natale.

Da Ravasi a Pupi Avati

O meglio al suo spirito. Meglio ancora: a cercare di vedere dove sta oggi, o che cos’è, o in quali fatti si trova, questo benedetto spirito del Natale. Troverete le risposte di tanti, in forma di altrettanti racconti. Alcune sono arrivate direttamente da voi lettori. Altre sono le riflessioni di personalità come il cardinale Gianfranco Ravasi, che nella famiglia di Gesù in fuga dalla violenza di Erode vede lo stesso bisogno di accoglienza e aiuto invocato dalle migliaia di profughi; altre quelle in forma di dialogo come la ricerca di senso immaginata dallo scrittore Simone Tempia tra il proprio alterego Sir e il suo maggiordomo Lloyd; altre ancora quelle contenute nei ricordi del regista Pupi Avati.

Il Natale di tutti

E poi ci sono i Natali come quelli di Ginevra, che anche quest’anno lo passerà dichiarandosi felice a dispetto della Sla che le blocca il corpo ma la mente mai. O come quelli di Alessio, che la sua malattia l’ha vinta ed è tornato al violino. I Natali di chi sta a San Vittore e dalla sua cella fa arrivare qui la sua voce. E ancora: il Natale di chi parte per l’Africa a disintossicarsi dalla overdose di feste e regali o, di chi lo passa in ospedale a lavorare. Il tutto illustrato dai disegni dei giovani della Scuola del Fumetto che hanno liberamente interpretato ogni singolo racconto. Nel tentativo, che poi è l’anima di Buone Notizie, di rappresentare la normalità non urlata eppure positiva espressa da molte delle vite che ci circondano. Se solo ci si ferma a guardarle.

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