6 gennaio 2018 - 10:55

Cecylia e le “madri” di Polonia: «Sugli alberi per l’ultima foresta d’Europa»

In Polonia una madre allatta accanto ai tronchi spezzati della Bialowieza, ultimo bosco vergine d’Europa: è la campagna di un movimento per la salvaguardia di 3.000 chilometri quadrati di alberi patrimonio Unesco

Cecylia Malik Cecylia Malik
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Madri che allattano accanto a tronchi spezzati. La fragilità e la forza, il fluire delle generazioni nel ciclo della vita. Con le loro foto Cecylia, Anna e le altre hanno toccato corde profonde nella Polonia che cambia. «Un ampio movimento - ci racconta da Cracovia Cecylia Malik, 42 anni, curatrice d’arte che ha lanciato l’iniziativa - aderisce ormai alla nostra protesta. Oggi siamo tutti più consapevoli dell’importanza di boschi e fiumi, il nostro tesoro, la nostra eredità».

L’antico rapporto con la natura caro ai popoli del Centro-Est Europa, derivato dal panteismo pre-cristiano e confluito nel cattolicissimo amore per la bellezza del creato, torna al centro del dibattito pubblico dopo le politiche di sfruttamento del territorio di epoca sovietica che hanno ostacolato la nascita di una coscienza ambientalista in stile occidentale. Oggi la Polonia vede una mobilitazione civile di fronte alla stretta del governo nazional-conservatore guidato dalle retrovie da Jaroslaw Kaczynski. Da mesi di battaglia per i diritti su più fronti isoliamo l’istantanea delle Madri di Cecylia.

Ai polacchi piace la Storia, che spesso mitizzano. I polacchi conoscono gli alberi, amano le radici, i tronchi saldi. Ce ne sono di «storici» come il sicomoro piantato dalla scienziata Nobel Marie Sklodowska-Curie e il tasso dedicato al sindaco di fine Ottocento Sokrates Starynkiewicz: un russo mandato dall’odiato zar, ma capace di conquistare la stima e l’affetto degli abitanti di Varsavia.

Uno dei più popolari programmi tv per bambini degli anni Duemila ha per protagonista un albero dai poteri magici. Ci sono foreste incantate come quella «storta» della Pomerania occidentale con il mistero mai risolto dei pini ricurvi, deformati per inseguire la luce o per il dispetto di una fata. E c’è la Bialowieza, ultima foresta vergine d’Europa, oltre tremila chilometri quadrati tutelati dall’Unesco tra Polonia e Bielorussia, casa del leggendario bisonte che dà il nome alla vodka Zubrówka. Da tempo ecologisti e cittadini contestano le scelte di deforestazione del governo. Nuove norme cancellano l’obbligo per i proprietari di terreni di chiedere l’autorizzazione per gli abbattimenti. La scorsa primavera subito dopo l’approvazione della Legge Szyszko, dal nome del ministro dell’Ambiente Jan Szyszko, sono partite (anche grazie all’opera di sensibilizzazione delle Madri) segnalazioni di alberi tagliati in tutto il Paese.

Nella Bialowieza il piano autorizzato dal ministro triplica la quantità di legname che è consentito raccogliere. Misura adottata per contrastare una grave infestazione da bostrico ma definita inutile da esperti e attivisti che temono l’uso commerciale delle zone disboscate, in un ecosistema capace di ristabilire il proprio equilibrio senza la mano dell’uomo. Szyszko liquida gli oppositori come «dilettanti mossi dall’ideologia», cita le sacre scritture e rivendica la legittimità di provvedimenti «di pubblica sicurezza limitati ai casi indispensabili».

La partita è aperta. Nel discorso d’insediamento il neo premier Morawiecki ha promesso di ascoltare la Corte di giustizia Ue che a novembre ha lanciato un ultimatum sulla Bialowieza. Le Madri di Cracovia hanno incontrato il Papa e preparano le prossime performance. Da difendere c’è anche la Vistola, tra gli ultimi grandi fiumi europei ancora senza deviazioni, liberi di seguire il proprio corso. P.S. l’albero di Natale che illumina Piazza San Pietro in Vaticano, 25 metri e 1,5 tonnellate, viene dalla foresta di Romnicka, Polonia.

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