Milano, 1 dicembre 2017 - 12:07

Il prete (della Caritas) di Nuoro che dice: «Non fate l’elemosina ai migranti»

Don Francesco Mariani: «E’ giusto che persone già assistite dallo Stato chiedano soldi? E’ una questione di dignità e di legalità». «Salvini? Nulla a che spartire, tranne i libri di Miglio»

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«Non so voi, ma io provo disagio a entrare in chiesa dovendo passare attraverso un cordone di questuanti dislocati sul sagrato e anche nella chiesa stessa». Parole che non passano inosservate in una comunità relativamente piccola come la città di Nuoro. Parole che diventano però doppiamente sorprendenti perché compaiono sul settimanale della diocesi locale («L’Ortobene») e portano la firma di un sacerdote, don Francesco Mariani. Passano le ore e don Mariani viene «tirato per la tonaca» ora da chi lo innalza a voce di un malessere diffuso e sacrosanto, ora da chi gli ricorda la sua missione evangelica e lo accosta in senso spregiativo a Salvini. «Ma io con Salvini non ho proprio niente da spartire e mi sono limitato a osservare la realtà» racconta ora don Francesco.

«Non a reazioni xenofobe»

Prima di entrare nel vivo della questione sono necessarie due premesse. La prima: don Mariani, 61 anni, nel suo lavoro si è misurato con la povertà, essendo stato direttore della Caritas di Nuoro e avendo nel suo curriculum anche studi di sociologia. La seconda, l’editoriale comparso a sua firma sull’«Ortobene» se la prende non solo con chi chiede l’elemosina ma anche con gli immigrati che «hanno devastato un campo di accoglienza trasformandolo in una discarica e con quanti abbordano i clienti dei supermercati chiedendo l’euro del carrello. Insomma come conciliare tutto questo con le parole del Vangelo e di un Pontefice attento all’emergenza migranti come Francesco? «Se il mio intervento avesse come unico effetto quello di rimuovere il problema dell’immigrazione o di scatenare reazioni xenofobe sarei il primo a dispiacersene - è la replica - ma io parto da un dato di realtà».

«Chi c’è dietro queste persone?»

Proviamo dunque a mettere a fuoco il dato di realtà. «Attorno a Nuoro -racconta - sono nati tre centri di accoglienza per richiedenti asilo. Si trovano a 50, 70 chilometri dalla città. Eppure ogni giorno gli ospiti di queste strutture arrivano qui e si piazzano fuori delle chiese o in punti strategici per chiedere l’elemosina. Mi domando innanzitutto: è giusto che chi già riceve vitto, alloggio e sostegno dallo Stato chieda altri soldi? E chi li conduce dai centri di accoglienza fino in città? Non ci sarà per caso alle loro spalle qualche organizzazione che li sfrutta?»

Una situazione esplosiva

Ma parliamo pur sempre di persone che fuggono da una situazione di miseria, di bisogno. Come possono la Chiesa o la società voltare la testa dall’altra parte? «Me ne rendo perfettamente conto. Ma qui abbiamo strappato questi uomini da una situazione di schiavitù per condannarli a un’altra. Che cos’è infatti il campare d’elemosina se non la privazione stessa della dignità dell’uomo? E badate che tutto questo avviene in una città con un tasso di disoccupazione altissimo. A Nuoro non ci sono mai stati episodi di razzismo ma attenzione che la situazione rischia di esplodere e di sfuggire al controllo».

«Parcheggiati senza prospettiva»

Don Mariani ha sentito le reazioni seguite al suo intervento. L’accusa principale è di essersi messo sulla linea di Salvini. «L’unica cosa che mi può accomunare a Salvini è la lettura dei libri di Gianfranco Miglio, null’altro. E davvero mi dispiacerebbe se tutto si traducesse in un rifiuto ad affrontare il problema. Ma qui assistiamo purtroppo al fallimento del sistema di accoglienza pensato in Italia che si è tradotto nel parcheggiare queste persone senza dare loro una prospettiva. A Sassari l’accattonaggio molesto è stato proibito da un’ordinanza del sindaco, lo stesso è accaduto in tante altre città in giro per l’Italia. Quello che si chiede è solo il rispetto della legalità»

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