Milano, 6 dicembre 2017 - 07:33

I «fratelli» di Salvini: gli amici storici del leader della Lega schierati alle urne

Ci sono il suo sostituto in radio e il capogruppo a Milano, compagno di pesca del segretario. Ma il Carroccio fatica a trovare donne da candidare

Da sinistra in alto Stefano Bolognini, Igor Iezzi, Eugenio Zoffili, in basso a sinistra Fabrizio Cecchetti, Alessandro Morelli e Andrea Crippa Da sinistra in alto Stefano Bolognini, Igor Iezzi, Eugenio Zoffili, in basso a sinistra Fabrizio Cecchetti, Alessandro Morelli e Andrea Crippa
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MILANO La «squadra» scende a Roma. Le liste elettorali, nella Lega, sono ben lungi dall’essere scritte. Se ne occuperà soprattutto Giancarlo Giorgetti, che è anche il delegato a trattare con Forza Italia e Fratelli d’Italia la suddivisione dei collegi maggioritari in giro per la penisola. Eppure, è già assai più che probabile: Matteo Salvini porterà con sé la «squadra», gli amici di una vita. Tutti, come lui, milanesi e cresciuti nella militanza leghista suppergiù dall’infanzia. Tutti, come lui, un tempo padani fino al midollo e poi convertiti al nuovo verbo sovranista e nazionale. Molti, ex giornalisti della Padania . Nessuno particolarmente di destra né, che si sapesse, antieuropeista. Sono i «fratelli», come li chiama Salvini, con cui per anni ha tirato tardi al bar Cavour o al bar Magenta, oppure al Giardino della birra all’Ortica. Oggi, li trovi nei locali milanesi di un altro leghista, Gianmarco Senna.


Ma chi sono? Alessandro Morelli ha sostituito Salvini a Radio Padania ed è l’animatore del sito «Il populista». Capogruppo in Comune a Milano, quando ancora il tempo di Salvini lo consentiva andava a pesca col futuro segretario. È stato l’autista del camper nella campagna elettorale 2014: i salviniani la vivono come momento fondante, dato che segnò l’inizio dell’insperato rilancio leghista.
Legame di ferro anche con Igor Iezzi, frequentatore come il «Capitano» della ligure Recco e già segretario del partito milanese. Entrambi furono condannati dopo che nel 1998 andarono a lanciare uova a Massimo D’Alema e Rosa Jervolino, premier e ministro dell’Interno. Sono cose che uniscono, pare. Più tardi, s’inventarono di aggirarsi intorno alla Prefettura ricoperti da burqa: show che Iezzi ripetè in consiglio comunale, leggendo la finta lettera di un finto musulmano che ringraziava Pisapia. La maggioranza lasciò l’aula.


Stefano Bolognini, già collaboratore di Salvini in Europa ed ex assessore, condivide con il segretario la passione per il Papeete, discoteca di Milano Marittima. Nel 1996, quando Salvini stava facendo il servizio militare, andava con lui ad attacchinare i manifesti prima di riportarlo alla caserma Montello. È artefice di alcuni incontri tra Salvini e mondi non proprio vicini, come l’associazione Amici della Scala di Daniela Javarone. Mentre Fabrizio Cecchetti è stato pupillo negli anni dei Giovani Padani. Fece arrabbiare i conservatori leghisti quando, nell’ufficio di presidenza del consiglio regionale lombardo, votò a favore del patrocinio al Gay pride. Più giovani, ma non meno bene inseriti, il segretario attuale dei Giovani padani, il trentenne Andrea Crippa. Anche lui sul camper del 2014, con Salvini ha dormito per due anni nella stessa camera in un mini appartamento di Bruxelles. E poi, il non milanese Eugenio «Gegio» Zoffili da Erba, capo della segreteria del leader e tra gli esploratori della nuova frontiera nazionale leghista: è il commissario dei salviniani in Sardegna. Per loro oggi non si vedono problemi. Quello che invece esiste, e gigantesco, è un altro: le donne. Al Nord il rispetto della soglia minima del 40% per le donne presenta già qualche difficoltà. Dopo il referendum sull’autonomia, soprattutto in Veneto, dove si pescherà tra le amministratrici uscenti. Scontata la candidatura di Giorgia Andreuzza, vice segretario «nazionale». In rampa anche le assessore lombarde Simona Bordonali, Claudia Terzi e Cristina Cappellini, e ci saranno anche la anche la bolognese Lucia Borgonzoni e la toscana Susanna Ceccardi. Ma, appunto, al Sud è dramma: le candidate non ci sono. E neppure sembra troppo percorribile la strada di «paracadutare» qualche donna da Nord.
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