29 dicembre 2017 - 22:15

Firenze, disoccupato strangola
la moglie. L’allarme della figlia

Giardiniere, 56 anni, era finito in tv per le sue proteste. Lo scorso luglio l’ultimo blitz, sulla cupola del Brunelleschi

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FIRENZE — Dao, che tutti chiamavano Stella, aveva fatto miracoli per salvare quel matrimonio così inquieto. E con la sua saggezza orientale si era battuta per non far perdere ai suoi due figli di 14 e 16 anni il babbo, «difficile ma sempre padre». Poi si era arresa anche lei. «Con Rosario è finita, presto ci separiamo», aveva confidato alle amiche. E aveva deciso di non condividere più la camera da letto con quell’uomo che ormai sentiva estraneo e del quale forse aveva anche paura. Dormiva in un’altra stanza Stella, su un materasso steso sul pavimento, nel piccolo appartamento preso in affitto dopo mille peripezie di via Ghiberti 8, quartiere popolare di Scandicci, hinterland di Firenze, e sognava un giorno di tornare in Thailandia, la terra dei suoi genitori, magari con i figli. Non ha avuto tempo questa signora riservata e gentile di 43 anni. Il marito Rosario Giangrasso, 56 anni, giardiniere di origini siciliane, disoccupato, ieri mattina le si è avvicinato mentre stava preparando da mangiare ai figli (che erano in camera), l’ha colpita con un mattarello e l’ha strangolata con una fascetta da elettricista. Poi, come un automa, ha appoggiato il cadavere della moglie sul letto, ha afferrato un coltellaccio in cucina e ha tentato di uccidersi tagliandosi le vene.

Le proteste negli anni

Non ci è riuscito. L’hanno ricoverato all’ospedale di Ponte a Niccheri e in serata rinchiuso in una cella del carcere di Sollicciano con l’accusa di omicidio volontario. In casa ha lasciato un biglietto nel quale chiede d’essere sepolto abbracciato alla moglie. A dare l’allarme è stata la figlia sedicenne. Ha avuto la forza di chiamare i carabinieri. «Correte, mio babbo è insanguinato e mia mamma è sparita», ha urlato al telefono. Un altro femminicidio, l’ennesimo. L’assassino, che probabilmente quell’omicidio ha premeditato lasciando anche un biglietto d’addio, aveva evidenti problemi psichici ed era seguito dai servizi sociali. Dopo aver perso l’ennesimo lavoro che gli veniva offerto, a luglio si era arrampicato su un ponteggio sino a raggiungere la cupola del Brunelleschi. E aveva minacciato di gettarsi se non lo avessero aiutato, come aveva già fatto due volte penzolando prima da un traliccio di 30 metri e poi da una gru alta cinquanta.

Le reazioni

Quattro anni fa è stato protagonista di un’altra sceneggiata. Aveva affisso davanti all’ospedale un cartello annunciando la vendita di un rene. «Guadagno poco, non riesco a pagare l’affitto, mi stanno sbattendo fuori di casa e mi vogliono togliere i figli», aveva spiegato, ospite di alcune trasmissioni tv. Ma quando arrivava un po’ di lavoro e l’aiuto dei servizi sociali, Rosario rovinava tutto, dimenticando i buoni propositi. Ma non il bar che frequentava e dove tutti lo conoscevano come un bevitore assiduo. Negli ultimi giorni dicono che fosse un po’ strano. Forse aveva iniziato a pensare all’ultima azione clamorosa, la più terribile. L’ex giardiniere ha lasciato due biglietti nei quali lancia accuse contro chi non ha voluto aiutarlo e ringrazia il parroco don Giorgio della chiesa di Giogoli che, scrive lui, gli era stato davvero vicino e gli aveva trovato un affitto conveniente. Nell’altro biglietto chiede «che la bara sia molto larga» per essere sepolto insieme a Stella. Aveva problemi psichici Rosario. Eppure nessuno si è accorto che quell’uomo potesse diventare un omicida. Il sindaco Sandro Fallani è sconvolto: «Lo conoscevo, così come quella dolcissima moglie, gentile e laboriosa — dice —. Voglio sapere anch’io che cosa sia potuto accadere nella mente di quell’uomo inquieto, ma che nessuno immaginava omicida».

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