Il 12 novembre 2003 un camion cisterna pieno di esplosivo, guidato da due kamikaze, deflagrò nella base «Maestrale» di Nassiriya, in Iraq, una delle due sedi dell’operazione Antica Babilonia, la missione di pace italiana avviata qualche mese prima nel Paese. Vi partecipavano tremila uomini, 400 dei quali carabinieri. Il bilancio fu di 28 morti, fra loro 19 italiani, di cui 12 carabinieridella Msu (Multinational Specialized Unit), uccisi. Morti anche cinque militari dell’Esercito che facevano da scorta alla troupe del regista Stefano Rolla che si trovava a Nassiriya per girare uno sceneggiato sulla ricostruzione a da parte dei soldati italiani e si erano fermati lì per una sosta logistica: due furono i morti civili della troupe. Rimasero uccisi anche 9 iracheni. Una lunghissima coda rese omaggio il 18 novembre al Vittoriano ai caduti nell’attacco. Nessun militare chiese di rientrare in Italia, anzi, altri chiesero di essere mandati in missione.
Il ricordo di Mattarella
L’attentato è stato ricordato oggi dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio in quella che è diventata la Giornata per il ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni di pace: «I nomi dei tanti caduti che oggi commemoriamo, fedeli e coraggiosi interpreti del nostro impegno al servizio della collettività, resteranno sempre impressi nella nostra memoria. A tutti loro tributiamo la nostra profonda riconoscenza».
Una targa al Senato
Una targa con i nomi delle 19 vittime italiane, nella sala già intitolata ai caduti della strage, è stata scoperta oggi in Senato. Fu uno dei familiari delle vittime a proporre di rendere omaggio agli italiani uccisi nella città irachena ricordando i loro nomi rivolgendosi al presidente del Senato, Pietro Grasso, durante la Messa celebrata il 12 novembre dello scorso anno.