Milano, 24 novembre 2017 - 21:15

Reggio Emilia, prima gli bruciano l’auto: tre ore dopo lo uccidono davanti la moglie e figli. Era parente di un pentito

Francesco Citro, autista di 31 anni, non ha avuto scampo la notte scorsa a Villanova di Reggiolo, paese della Bassa reggiana. Alle 20 era stata incendiata l’auto, erano intervenuti vigili del fuoco e carabinieri. Poi l’agguato davanti sulla porta di casa

 La vittima dell’agguato, Francesco Citro,  31 anni, in una foto dal suo profilo Facebook La vittima dell’agguato, Francesco Citro, 31 anni, in una foto dal suo profilo Facebook
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Freddato a colpi di pistola sulla porta di casa, a pochi metri dalla moglie e dai due figli piccoli, tre ore dopo l’incendio della sua auto parcheggiata in strada. E per cui erano intervenuti una prima volta i carabinieri. Francesco Citro, autista di 31 anni, non ha avuto scampo la notte scorsa a Villanova di Reggiolo, paese della Bassa reggiana. L’uomo, nato a Cariati nel Cosentino e originario di Torre Melissa nel Crotonese, risulta incensurato. La Gazzetta di Modena inquadra il delitto in un contesto ampio e inquietante, forse legato alla ‘ndrangheta: Citro era infatti parente di Angelo Salvatore Cortese, uno dei primi pentiti di ‘ndrangheta, che contribuì alle indagini dell’operazione Pandora: quella decisiva nel far emergere per la prima volta la pesantissima infiltrazione delle cosche calabresi nel Modenese e nel Reggiano e che in qualche modo «regge» il maxi processo Aemilia che si dibatte da mesi tra imponenti misure di sicurezza nell’aula bunker costruita a tempo di record nel cortile del tribunale di Reggio Emilia.

Passate circa tre ore, l’agguato mortale

Il giovane, intorno alle 20, era sceso in strada e assieme a dei vicini e ai vigili del fuoco per spegnere le fiamme. Erano intervenuti anche i carabinieri e il sindaco Roberto Angeli nella palazzina di Papa Giovanni XXIII dove abitava il 31enne. Passate circa tre ore, l’agguato mortale. Citro è stato attirato fuori dall’appartamento - non è chiaro se fossero stati sparati colpi anche prima di quelli diretti a lui - e proprio sull’uscio di casa è stato raggiunto dai proiettili, morendo poco dopo mentre risaliva le scale indietreggiando nel pianerottolo. Per chiedere aiuto alla moglie. Non è chiaro se l’agguato sia opera di una o più persone. È stata la moglie a chiamare i soccorsi, ma per il 31enne non c’era niente da fare.

Comitato per l’ordine e la sicurezza

I carabinieri, giunti sul posto anche col comandante provinciale di Reggio Emilia, Antonino Buda, hanno avviato subito le indagini, coordinati dal sostituto procuratore di Reggio Emilia Valentina Salvi. Il magistrato, nel comando provinciale di Reggio Emilia, ha già ascoltato alcune persone per ricostruire l’accaduto e risalire all’autore del delitto. Già in mattinata il prefetto di Reggio Emilia, Maria Forte, ha convocato d’urgenza il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Vi hanno partecipato, oltre al colonnello Buda, anche il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, il questore Antonio Sbordone, il comandante provinciale della Finanza, colonnello Roberto Piccinini.

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