Milano, 30 novembre 2017 - 20:09

Catania, il bimbo di sei anni usato come «cavallo» per lo spaccio: era lui a rifornire il «pusher»

Gli investigatori, impegnati in un’indagine antidroga, increduli alla vista di un bimbo utilizzato come staffetta tra i pusher e quella grata, l’antro oscuro da dove uno degli uomini arrestati porgeva di volta in volta una, due, tre bustine

Un «frame» delle riprese dei carabinieri a Catania (Ansa) Un «frame» delle riprese dei carabinieri a Catania (Ansa)
shadow

Doveva solo correre dalla grata di un corpo basso fino all’angolo dove il pusher serviva i clienti. A sei anni. E come un gioco, come una gara lungo quel marciapiede percorso in fretta, ecco il bimbo fotografato negli scatti dei carabinieri appostati per bloccare la cosca di Librino, il clan del più infido quartiere di Catania. Tutti impegnati per mesi nell’operazione sfociata ieri nel blitz con 36 arresti. Ma tutti E il povero piccolo metteva tutto in tasca. Correndo verso il vero venditore, qualche volta a sua volta catturato. Ma senza rischiare troppo perché ognuno di questi ragazzotti arruolati dalla mafia poteva ripetere al giudice di avere avuto in mano una sola bustina, giurando che era la prima volta. Adesso al procuratore Carmelo Zuccaro non resta che segnalare il caso al tribunale dei minori. Per sottrarre il figlio alla madre che l’aveva affidato all’amante, il capo clan già in cella. Prova che ai bimbi di Librino non basterà un blitz per restituire loro i veri giochi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT