Milano, 6 ottobre 2017 - 13:17

Pedopornografia, Papa Francesco: «In Rete crimini contro i bambini Lavorare insieme per proteggerli

Il Pontefice nel discorso al primo Congresso “La dignità del minore nel mondo digitale”: «La Chiesa Cattolica negli anni recenti è diventata sempre più consapevole di non aver provveduto a sufficienza al proprio interno alla protezione dei minori»

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Di fronte al dilagare in Internet della pedopornografia, degli abusi e delle violenze su minori, bisogna guardarsi dalla «visione ideologica e mitica della Rete come regno della libertà senza limiti», e non bastano filtri o algoritmi: «Giustamente sono presenti fra voi anche rappresentanti di chi deve fare le leggi e di chi deve farle osservare a garanzia e tutela del bene comune e delle singole persone». Politici e fedi religiose, multinazionali e forze di polizia: è un invito a «lavorare insieme», quello di Francesco, e affrontare «il problema della protezione efficace della dignità dei minori nel mondo digitale» per «avere sempre il diritto, il coraggio e la gioia di guardare negli occhi i bambini del mondo».

Il «primo congresso globale

Nella sala Clementina del Palazzo apostolico, il Papa si rivolge a coloro che hanno partecipato al convegno «Child Dignity in the Digital World», «La dignità del minore nel mondo digitale»: Il «primo congresso globale» sulla pedofilia e le violenze online, è stato organizzato dalla pontificia università Gregoriana - in particolare dal gesuita tedesco Hans Zollner, direttore del «Centre for Child Protection» che ha sede nell’ateneo della Compagnia di Gesù - e vi hanno partecipato esperti di tutto il modo, compresi rappresentanti di Microsoft, Facebook e Google, accademici ed esponenti delle forze dell’ordine, delle Ong e di diverse religioni. Padre Zollner ha spiegato che solo l’anno scorso, e solo in Europa, sono stati denunciati 57 mila casi, tra immagini e filmati, «si può stimare che i casi realmente avvenuti siano cinque volte tanto». Secondo i dati dell’Interpol, ogni giorno nel mondo vengono abusati cinque bambini per produrre pedopornografia online. 

Le testimonianze

Durato quattro giorni, il convegno si è aperto con le testimonianze in video di sette bambini vittime di cyberbullisimo e di abusi in Internet. Muireann O'Carroll, una ragazza irlandese di 16 anni, ha letto il testo della «dichiarazione di Roma» formata al termine dei lavori e presentata al Papa. «Come tutti sappiamo, la Chiesa Cattolica negli anni recenti è diventata sempre più consapevole di non aver provveduto a sufficienza al proprio interno alla protezione dei minori: sono venuti alla luce fatti gravissimi di cui abbiamo dovuto riconoscere le responsabilità di fronte a Dio, alle vittime e alla pubblica opinione», spiega il pontefice . «Proprio per questo, per le drammatiche esperienze fatte e per le competenze acquisite nell’impegno di conversione e purificazione, la Chiesa sente oggi un dovere particolarmente grave di impegnarsi in modo sempre più profondo e lungimirante per la protezione dei minori e la loro dignità, non solo al suo interno, ma in tutta la società e in tutto il mondo: e ciò non da sola – perché evidentemente insufficiente – ma dando la propria collaborazione fattiva e cordiale a tutte le forze e le componenti della società che si vogliono impegnare nella stessa direzione». 

Il mondo digitale

Il mondo digitale, dice Francesco, «è il frutto di uno straordinario impegno della scienza e della tecnica, che ha trasformato in pochi decenni il nostro ambiente di vita e il nostro modo di comunicare e di vivere, e sta trasformando in un certo senso il nostro stesso modo di pensare e di essere, influendo in profondità sulla percezione delle nostre possibilità e della nostra identità». Ne derivano grandi opportunità e grandi problemi: «Giustamente ci domandiamo se siamo capaci di guidare i processi che noi stessi abbiamo messo in moto, se non ci stanno sfuggendo di mano, se stiamo facendo abbastanza per tenerli sotto controllo. È questa la grande domanda esistenziale dell’umanità di oggi di fronte a diversi aspetti della crisi globale, che è insieme ambientale, sociale, economica, politica, morale e spirituale». I dati sono impressionanti. «Sappiamo che oggi i minori sono più di un quarto degli oltre tre miliardi di utilizzatori di internet, e questo vuol dire che oltre 800 milioni di minori navigano nella rete. Sappiamo che nella sola India nell’arco di due anni oltre 500 milioni di persone avranno accesso alla rete, e la metà di esse saranno minori. Che cosa trovano nella rete? E come sono considerati da chi, in diversi modi, ha potere sulla rete?». Francesco alza lo sguardo: «»Dobbiamo avere gli occhi aperti e non nasconderci una verità che è spiacevole e non vorremmo vedere. Del resto, non abbiamo forse capito abbastanza in questi anni che nascondere la realtà degli abusi sessuali è un errore gravissimo e fonte di tanti mali?».

Il controllo della Rete

Così, prosegue Francesco, bisogna porsi il problema del controllo di Internet: «La Rete ha aperto uno spazio nuovo e larghissimo di libera espressione e scambio delle idee e delle informazioni. E’ certamente un bene, ma, come vediamo, ha anche offerto strumenti nuovi per attività illecite orribili e, nel campo di cui ci occupiamo, per l’abuso e l’offesa della dignità dei minori, per la corruzione delle loro menti e la violenza sui loro corpi. Qui non si tratta di esercizio di libertà, ma di crimini, contro cui bisogna procedere con intelligenza e determinazione, allargando la collaborazione dei governi e delle forze dell’ordine a livello globale, come globale è diventata la Rete». Si tratta di unire esperienze e forze: «Oggi nessuno al mondo, nessuna autorità nazionale da sola si sente capace di abbracciare adeguatamente e di controllare le dimensioni e lo sviluppo di questi fenomeni, che si intrecciano e si collegano con altri problemi drammatici connessi alla rete, come i traffici illeciti, la criminalità economica e finanziaria, il terrorismo internazionale». Bisogna insomma «risvegliare la consapevolezza della gravità dei problemi, fare leggi adeguate, controllare gli sviluppi della tecnologia, identificare le vittime e perseguire i colpevoli di crimini, assistere i minori colpiti per riabilitarli, aiutare gli educatori e le famiglie a svolgere il loro servizio, essere creativi nell’educazione dei giovani a un adeguato uso di internet, sviluppare la sensibilità e la formazione morale, continuare la ricerca scientifica in tutti i campi connessi con questa sfida». 

L’appello in tredici punti

Qui sta il senso dell’appello in tredici punti contenuto nella «Dichiarazione di Roma». La Chiesa assicura che farà la sua parte: in tutto il Vangelo, ricorda il Papa, «le parole più dure di Gesù sono proprio per chi dà scandalo ai piccoli: “Conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare”». Per questo «dobbiamo dunque dedicarci alla protezione della dignità dei minori con tenerezza ma anche con grandissima determinazione, contrastando con tutte le forze quella cultura dello scarto che oggi si manifesta in molti modi a danno soprattutto dei più deboli e dei più vulnerabili, come sono appunto i minori». 

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