Milano, 12 ottobre 2017 - 22:09

«Io in quella foto per il sì al divorzio. Non ho perso l’ entusiasmo dei miei 18 anni»

Giovannina la «ragazzina» «riconosciuta» nella storica immagine in bianco e nero scattata da Toni Thorimbert e che racconta l’esito del referendum del 1974. Lei stessa si è rifatta viva con l’autore dello scatto. Ha 61 anni e vive in Brasile

Giovannina ritratta nella storica foto di Toni Thorimbert Giovannina ritratta nella storica foto di Toni Thorimbert
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Il 14 maggio 1974 alla Palazzina Liberty di Milano si festeggiava la vittoria del «No» al referendum sull’abrogazione della legge sul divorzio. Sulla balconata esterna Dario Fo (a lui e a Franca Rame, proprio oggi, viene intitolato l’edificio) che lì, in quegli anni, aveva la sua residenza artistica e rappresentava «Mistero buffo». Intorno alla Palazzina, nel parco di largo Marinai d’Italia, tanti giovani ascoltavano l’intervento del futuro premio Nobel. Tra la folla una ragazzina si issò sulle spalle di un ragazzo. A seguire la scena Toni Thorimbert, uno studente nato in Svizzera e cresciuto a Pioltello (hinterland milanese) accreditato come fotografo del giornale Lotta Continua. Con la sua macchina fotografica Nikon Thorimbert riprese la scena scatto dopo scatto. L’ultimo ritrae la ragazzina sorridente sulle spalle di un ragazzo, il pugno chiuso verso il cielo mentre cercava di stare in equilibrio. La foto diventerà una delle immagini simbolo di quegli anni: prima pubblicata da Lotta Continua, poi utilizzata all’interno di «Are(A)azione», album dal vivo (1975) degli Area di Demetrio Stratos, infine ripresa sulla copertina di D’altri tempi, raccolta di racconti dello scrittore Stefano Tassinari. Foto che in questi giorni è esposta a Brescia nella mostra «La generazione beat dal Cantagiro al Parco Lambro». Da molti considerata la versione italiana di un altro celebre scatto, la Marianna del ‘68 francese. Per 43 anni la protagonista di quell’immagine è rimasta sconosciuta a tutti, a iniziare da chi scattò la foto: «Per me è sempre stata “La ragazzina” e nient’altro», dice Toni Thorimbert che oggi è uno dei più celebri fotografi di modelle e rockstar.

«La ragazzina» ha svelato la sua identità

Solo pochi giorni fa «La ragazzina» ha svelato la sua identità contattando il fotografo tramite il suo blog. «Mi ha visto in un documentario tv di Sky Arte, avevo in mano quell’immagine», racconta Thorimbert. La ragazzina oggi è una signora di 61 anni con un nome d’altri tempi, come quello scatto. Si chiama Giovannina («Il cognome preferisco non dirlo») e da tempo vive in Brasile: «Nella mia storia quella foto è stata molto importante — spiega —. Ha segnato momenti speciali, ha fatto conoscere a mia figlia un lato di me di cui vado fiera. Quel giorno avevo appena compiuto 18 anni, ero alla Palazzina Liberty ed ero molto felice». Toni Thorimbert assicura che lo scatto non fu costruito ad arte: «Lei salì spontaneamente sulle spalle del suo amico, non fu preparata. L’ho sempre ritenuta un’immagine molto bella, iconica per una generazione, all’epoca avrei fatto un’intera pagina di Lotta Continua. Mi spiace solo di aver perso il negativo, ma alla fine è una foto che non mi è più appartenuta. È diventata la foto del Movimento. Io ero uno dei fotografi milanesi del giornale della sinistra extraparlamentare e il mio compito principale, più che scattare, era scrivere, a mano, i tazebao del Movimento perché avevo una bella calligrafia e tanta pazienza».

Una discussione sulla data esatta dello scatto

Con Giovannina c’è stata anche una discussione sulla data esatta dello scatto. «Ero convinta che fosse il 1° maggio del 1975, ma Toni mi ha spiegato che invece era il giorno del referendum sul divorzio — prosegue la signora —. Mi ha inviato un’altra immagine che lo ritrae lo stesso pomeriggio pochi minuti prima di fotografarmi. È passato tanto tempo, ma non ho perso l’entusiasmo per gli ideali che ho fatto miei durante la gioventù. Da un paio di anni sono tornata ad occuparmi di politica e attività sociali. Sono una fervida oppositrice del presidente brasiliano Michel Temer. Non mi rappresenta, è l’uomo che ha usurpato la carica a Dilma Rousseff».

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