Milano, 17 ottobre 2017 - 22:09

L’addio a Resi, la moglie di Gentilini: «Aiutava una famiglia di immigrati»

Teresina è stata per 55 anni al fianco del sindaco-sceriffo di Treviso, condannato per istigazione all’odio razziale ma che aiutava un nucleo di stranieri del suo palazzo

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Nella casa del sindaco che toglieva le panchine agli immigrati, condannato per istigazione all’odio raziale e famoso per le sue sfuriate contro i rom, c’era una donna che aiutava i vicini stranieri prendendosi cura dei loro bambini. La moglie di Giancarlo Gentilini, uomo forte della Lega Nord, per vent’anni «sceriffo» alla guida della città di Treviso, ha preferito una vita lontana da quei riflettori che rincorrevano il marito per raccoglierne gli strali: se n’è andata tre giorni fa, a 89 anni, Teresina Pini, «first lady» riservata e silenziosa. E ora, nel giorno dell’addio, sono spuntati aneddoti che correggono il ritratto di famiglia.

L’animo di Teresina

Ieri mattina il funerale è stato celebrato da don Aldo Danieli, il parroco che per primo nella Marca Trevigiana ha dato ospitalità a migranti e richiedenti asilo. Ed è stato proprio lui, il sacerdote dell’accoglienza, sul pulpito nonostante decenni di diatribe e tenzoni mediatiche con lo stesso Gentilini, a svelare l’animo di Teresina. Un aneddoto intimo e significativo. «Nella mia chiesa veniva una famiglia straniera che viveva nel vostro palazzo — ha raccontato don Aldo —, mi parlavano con affetto di Teresina. Mi dicevano, i genitori, “siamo fortunati, ci tiene i bambini quando andiamo a lavorare”. E mi parlavano anche di Giancarlo, che li aiutava quando poteva per le carte da sbrigare in Comune». Don Aldo ha quindi citato alcuni passi di una parabola del Vangelo: «Un uomo chiede aiuto ai propri figli per curare la vigna. Il primo figlio gli promette di farlo, ma non lo fa. Il secondo invece si rifiuta, ma poi si mette al lavoro. E chi dei due merita il regno dei Cieli? Quello che fa, ma non dice».

Pubblico e privato

Perché quello stesso Gentilini che dal 1994 è uno dei simboli della Lega Nord, quand’era lontano dal clamore della cronaca, sapeva derogare ai mantra padani e seguire un suo credo più personale. Dietro una vita pubblica di estremismi e ordinanze creative c’era un privato fatto di rispetto, nella tranquillità di un appartamento poco distante dal centro di Treviso. C’erano lui, trascinante, una calamita per televisioni e giornali, il sindaco della «tolleranza a doppio zero», e lei, mamma e nonna del focolare domestico, che gli stessi cronisti raccontano di aver visto forse una volta in vent’anni. Gentilini oggi ha 88 anni e fa ancora politica attiva con grinta. La perdita dell’amata Teresina l’ha travolto, ma è stato proprio il momento del lutto a far emergere il lato più umano e intimo del sindaco-sceriffo.

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