Milano, 29 ottobre 2017 - 08:16

Paolo Giordana, l’ex prete ammiratore di Mazzarino che mediava con i 5 stelle

Il seminario, poi le avventure politiche, dai liberali al Pd: chi è il braccio destro della sindaca di Torino, Chiara Appendino, costretto alle dimissioni da un’intercettazione in cui chiedeva di cancellare una multa (da 90 euro) a un amico

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Il sistema sta crollando, diceva. Nessuno gli dava retta, a Palazzo di città. Mancava ancora un anno alle elezioni amministrative, e quelle profezie lanciate a voce alta nei corridoi del municipio sembravano solo il prodotto della frustrazione di un funzionario ambizioso, che nel 2012 si era sentito ingiustamente escluso dal concorso per un posto di rilievo al Dipartimento cultura. A quel tempo, Paolo Giordana stava invece preparando il detonatore che avrebbe fatto venire giù vent’ anni di amministrazione torinese targata centrosinistra. Aveva notato la grinta con la quale la consigliera di minoranza Chiara Appendino si opponeva a Piero Fassino. Ne era nato un sodalizio politico, basato sulla figura della futura sindaca, non sulla sua appartenenza. Giordana aveva pronta una lista civica, con tanto di simbolo già disegnato, e avrebbe di gran lunga preferito questa soluzione a una corsa sotto l’ egida dei Cinque Stelle.

L’«inventore» di Appendino

Anche ieri Appendino ha tentato di difendere il suo «inventore», perché di questo si tratta. «Stiamo attenti a verificare bene, potrebbe essere la solita macchina del fango» aveva detto di prima mattina, quando invece entrambe le correnti dei pentastellati torinesi, governativi e integralisti, avevano colto nell’ intercettazione pubblicata da Repubblica il pretesto per una resa dei conti definitiva con l’ uomo che si era sempre posto come filtro, piuttosto spesso, tra la voglia di fare a modo loro e il governo cittadino. La sindaca ha ottenuto una sospensione di qualche ora, il tempo di chiudersi in ufficio con Giordana, consultarsi con Roma, ricevere parere negativo sulla conferma del suo collaboratore, «La nostra gente non capirebbe», e prendere atto di una insostenibile evidenza dei fatti.

Amante di Star Trek

La resistenza vana della prima cittadina non poggiava solo su un debito di riconoscenza. Giordana, uomo colto, amante della musica classica e di Star Trek, divenne subito Rasputin, il mistico che ispira l’operato della nuova zarina sabauda. Il nomignolo non gli è mai andato a genio, ammiratore com’è di Mazzarino, il cardinale erede di Richelieu che sotto il regno di Luigi XIV portò all’ estremo il concetto di realismo politico. Anche lui ha un passato da seminarista, con inclinazioni scismatiche che lo hanno portato alla Chiesa autonoma del Patriarcato autocefalo di Parigi, per la quale ha spesso detto messa fino a quando la sede venne venduta per farne un Sushi bar.

L’eretico democratico

Il percorso della sua passione politica è sempre stato più fluido. Entra in Comune nel 1997 al seguito dell’ assessore liberale Paolo Peveraro, ma tra il 1999 e il 2001 milita in Alleanza nazionale. Da allora in poi gravita nell’ orbita del Pd, del quale per un breve periodo prenderà la tessera, collaborando anche alla prima campagna elettorale di Fassino nel 2011. Il pendolo politico lo rende subito indigesto ai suoi nuovi referenti. E lui non fa mistero di sentirsi più un eretico democratico che un integrato a Cinque Stelle. Ma dietro alla scelta dell’ establishment cittadino di appoggiare il cambio di stagione torinese c’ era anche la presenza equilibratrice di Giordana. La nuova sindaca si affida in tutto e per tutto a lui anche perché in una giunta popolata da teorici, è l’ unico che conosce a fondo la macchina comunale. Diventa subito il plenipotenziario, titolare di ogni delega possibile. Con lui gli assessori contano poco, i consiglieri comunali ancor meno. M5S non gradisce. Ma Appendino è la sindaca più amata dagli italiani, il suo profilo istituzionale piace. I mal di pancia della base possono aspettare.

La tragedia che cambia tutto

La tragedia di piazza San Carlo cambia tutto. Per l’ attuale giunta e per lui. Sulla gestione di quella notte ci sono le sue impronte. I parlamentari torinesi di M5S chiedono e ottengono in cambio del sostegno incondizionato alla sindaca in difficoltà un ridimensionamento del presunto Rasputin. Proprio l’ intercettazione fatale dimostra che due mesi dopo quello spartiacque Giordana continuava ad occuparsi dei dossier più delicati, come quello di Gtt, l’ azienda del trasporto pubblico in crisi da tempo. Il Pd gioisce per grazia ricevuta. Chiara Appendino, colpita da vicino come non mai, perde un pezzo fondamentale della sua breve storia ma soprattutto perde la figura che finora ha fatto da bussola, a lei e alla sua giunta. Non si intravedono sostituti all’ orizzonte. Adesso non ci sono più resistenze e mediazioni. Comandano i Cinque Stelle, senza se e senza ma. Per la sindaca priva della sua sponda istituzionale e per Torino comincia un nuovo viaggio. In mare aperto, e sempre più tempestoso.

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