31 marzo 2018 - 22:33

Polizia francese a Bardonecchia
Il blitz diventa un caso politico
La Farnesina convoca l’ambasciatore

L’irruzione dei gendarmi francesi (armati) in una sede italiana per la gestione dei migranti, le proteste dell’ong , la rabbia del sindaco di Bardonecchia, le reazioni politiche indignate e le spiegazioni della Francia: insufficienti, secondo il nostro governo

di Giusi Fasano

Agenti della polizia di dogana francese fotografati  a Bardonecchia (Ansa) Agenti della polizia di dogana francese fotografati a Bardonecchia (Ansa)
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Tutto in 24 ore. L’irruzione dei gendarmi francesi (armati) in una sede italiana per la gestione dei migranti, le proteste dell’ong ospitata in quei locali, la rabbia del sindaco di Bardonecchia, una raffica di reazioni politiche indignate da parlamentari italiani e poi le spiegazioni della Francia: insufficienti, secondo il nostro ministero degli Esteri che ieri pomeriggio ha convocato l’ambasciatore francese in Italia Christian Masset. L’incontro non deve aver chiarito tutto se nel tardo pomeriggio dalla Farnesina hanno fatto sapere che «quanto avvenuto mette oggettivamente in discussione, con conseguenti e immediati effetti operativi, il concreto funzionamento della sinora eccellente collaborazione frontaliera». Questa storia diventata incidente diplomatico comincia sul Tgv Parigi-Milano di venerdì sera. Cinque agenti della gendarmeria francese — più esattamente della brigata ferroviaria delle dogane francesi di Modane — controllano i passeggeri diretti nel nostro Paese. Fra loro c’è un nigeriano residente in Italia e diretto a Napoli. La procura di Torino ha aperto intanto un fascicolo sull’accaduto per abuso in atti di ufficio, violenza privata e violazione di domicilio: per ora il procedimento è a carico di ignoti, anche perché non si conoscono le generalità degli agenti transalpini. Si sta valutando anche l’eventuale sussistenza del reato di perquisizione illegale.

I gendarmi sospettano che possa avere droga in corpo e gli chiedono di sottoporsi al test dell’urina per verificarlo. Lui — racconteranno da Parigi ore dopo — «accetta per iscritto» ma per non eseguire il test sul treno gli agenti aspettano l’arrivo a Bardonecchia «in modo da utilizzare il locale adiacente alla stazione» dice sempre la nota ufficiale parigina. Che precisa: quei locali sono «messi a disposizione della dogana francese secondo gli accordi del 1990 del Bureau à contrôles nationaux juxtaposés». La nota non accenna ai modi «bruschi» e «impositivi» degli agenti armati di pistola e taser e che — secondo diversi testimoni — avrebbero costretto il nigeriano, «spaventato e tremante», a seguirli in bagno per eseguire il test (risultato negativo).
E invece il comunicato cita gli accordi, appunto. Che in teoria dovrebbero fissare i paletti di questa vicenda ma che al contrario sono il punto più controverso. Perché se è vero che esistono quelli del ‘90 è anche vero che gli avvocati della ong «Rainbow4Africa», ospitata nella sede per migranti, replicano: «L’accordo italo-francese in vigore è quello firmato a Chambery il 3 ottobre del ‘97» che non prevederebbe imposizioni di analisi mediche. Entrando nella sede i cinque agenti della dogana hanno detto di poterlo fare secondo una vecchia convenzione del 1983 con le Ferrovie dello Stato. Non sapevano che da novembre 2017 i locali in questione sono stati ceduti al Comune di Bardonecchia per la gestione dell’emergenza migranti? Eppure le dogane francesi sono state avvertite...

Insomma: un pasticcio. Che è diventato anche caso politico. Per i pentastellati interviene Luigi Di Maio che dice: «Bene ha fatto la Farnesina a convocare l’ambasciatore. Tutto dev’essere chiarito in ogni suo aspetto». Più duro Matteo Salvini per la Lega: «Allontaniamo i diplomatici francesi» ha proposto. «Con noi al governo l’Italia rialzerà la testa in Europa, da Macron e Merkel non abbiamo lezioni da prendere, e i nostri confini ce li controlleremo». Da Forza Italia arriva la voce di Maurizio Gasparri che parla di «illegale invasione di campo dei francesi» e «lesione della nostra sovranità nazionale». «L’irruzione è molto grave» valuta il Pd per bocca di Ettore Rosato. Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, è convinta che questo sia il risultato di «anni asserviti alle cancellerie straniere».
E in mezzo a tutto questo commentare anche ieri a Bardonecchia gruppi di migranti guardavano i monti sognando di arrivare in Francia. Non importa se lungo percorsi di ghiaccio e neve, in jeans e scarpe da tennis.

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