4 aprile 2018 - 23:49

Sparatoria a Caravaggio: lei lo protegge, entrambi uccisi. Confessa il fratello tradito

La vittima in passato era legata al clan dei Madonia. Nella notte un fermo. Le due persone morte sono Carlo Novembrini, 50 anni, pregiudicato originario di Gela, e Maria Rosa Fortini, 40

di Armando Di Landro e Pietro Tosca

Le vittime: Carlo Novembrini, 50 anni, pregiudicato originario di Gela, e Maria Rosa Fortini, 40. Vivevano a Sergnano (Cremona) Le vittime: Carlo Novembrini, 50 anni, pregiudicato originario di Gela, e Maria Rosa Fortini, 40. Vivevano a Sergnano (Cremona)
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Un’anonima sala slot dove un tempo c’era un pub, in un centro commerciale alla periferia di Caravaggio. E una coppia uccisa, a terra, alle 18.15, vicino alle macchine da gioco e a pochi bicchieri con un drink appoggiati a un tavolino: lei è un’impiegata di un’impresa edile, Maria Rosa Fortini, di 40 anni, lui invece fa l’artigiano, si chiama Carlo Novembrini, 51 anni, un passato che sembra uscito da un film di mafia. All’inizio degli anni ‘90 era stato al centro di più inchieste in cui gli investigatori l’avevano identificato con certezza come un «picciotto» di Cosa nostra, giovanissimo affiliato del clan Madonia, protagonista di taglieggiamenti a più commercianti di Gela: a vent’anni era un esperto, nella richiesta del pizzo.

Sembrano esserci tutti gli elementi, sul duplice omicidio di Caravaggio, con la Fortini e Novembrini uccisi da almeno due colpi di pistola ciascuno all’interno della sala slot, per pensare a un’esecuzione della criminalità organizzata. E invece, il killer è il fratello dell’uomo ucciso. Ha confessato nella notte di aver agito davanti agli occhi della sorella. E non aveva paura di essere riconosciuto: si è mosso infatti in modo quasi spregiudicato, senza nessuna cura di non lasciare indizi: è arrivato al centro commerciale a bordo di una Panda bianca, con una donna in auto, probabilmente la sorella, l’ha lasciata nell’abitacolo, è entrato nel locale a passo svelto e, appena incrociato lo sguardo di Novembrini, ha sparato senza pensarci. Solo Maria Rosa Fortini, forse con un attimo di anticipo, ha notato l’assassino e il suo sguardo, lanciandosi nell’ultimo tentativo di coprire il compagno con il corpo. È morta anche lei, ma sarebbe stata comunque un obiettivo del killer, che le ha poi sparato anche una seconda volta.

Ha riconosciuto l’uomo con la pistola in mano, l’impiegata di 40 anni. Perché quello della sala slot, in mezzo alla gente che affollava il locale e il vicino centro commerciale, è stato un omicidio passionale maturato in famiglia: il killer che arriva in Panda insieme alla sorella e poi fugge con lei (non dopo averla lasciata in auto come emerso in un primo momento), che ha assistito al momento dell’omicidio, è infatti proprio un fratello di Novembrini. Un delitto d’onore, a viso aperto, di chi non può perdonare: sembra, ma si tratta al momento di un’indiscrezione, che il fratello della vittima avesse scoperto di recente un vecchio tradimento dell’ex moglie proprio con lui, la persona con cui era cresciuto e che ieri ha voluto uccidere. Sarebbe andato ad assassinarlo senza pensarci troppo, utilizzando la sua auto, con tanto di targa a suo nome.

Nessuna remora. Più giovane della vittima, il fratello, riconosciuto dai carabinieri del nucleo investigativo grazie alle telecamere della sala slot Gold Cherry, sarebbe arrivato al centro commerciale con giubbotto azzurro elettrico legato alla vita, e scarpe rosse. Nel giro di pochi secondi, dopo l’omicidio, è tornato alla Panda bianca, allontanandosi a quanto pare in direzione di Brescia. E altrettanto rapidamente, poco dopo l’allarme del titolare della sala slot, è scattata la diramazione delle ricerche da parte della centrale operativa dei carabinieri di Treviglio. L’uomo e la sorella sono stati bloccati e portati in caserma a Treviglio: il killer è sottoposto a fermo, durante un interrogatorio ha confessato i fatti. La sorella non risulta invece indagata, pur essendo stata presente al momento del delitto.

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