10 febbraio 2018 - 23:23

I favolosi viaggi di Amélie, il fenicottero che gira l’Europa (dal 1979)

Dalla Camargue (costa francese) a Priolo (in Sicilia) passando (più volte) per la Sardegna e la Tunisia: migliaia e migliaia di chilometri percorsi in decine di migrazioni da quel 3 agosto 1979 in cui il volatile venne «inanellato». La rotte ricostruite

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Il favoloso mondo di Amélie è oggi la riserva naturale di Priolo, in provincia di Siracusa, dove insieme a lei svernano altri 150 fenicotteri rosa. Ma prima di arrivare in quell’angolo di paradiso a due passi dalla costa industrializzata del petrolchimico, Amélie ha viaggiato per cieli e per mari, avanti e indietro, avanti e indietro. Perché diversamente da quel che accade alle migrazioni umane, per gli uccelli, giovani o vecchi, bianchi o neri, non esistono frontiere né politiche restrittive imposte dagli Stati: i volatili, a differenza degli uomini, possono muoversi in libertà, nessuno chiede loro documenti, nessuno lucra sulla loro necessità di fuggire e le nuvole non minacciano dinieghi e respingimenti.

Così i responsabili locali della Lipu (Lega italiana protezione uccelli), osservando i codici segnati sull’anello giallo di quel vecchio pennuto dai colori più splendenti degli altri, hanno scoperto la sua provenienza: lo stagno provenzale del Fangassier in Camargue; e una data, 3 agosto 1979, giorno dell’inanellamento non lontano dalla data di nascita. Sono stati gli operatori siciliani, stupiti dalla longevità dell’esemplare, a battezzarla Amélie, con il nome della protagonista del film di Jean-Pierre Jeunet, la giovane cameriera che un giorno decise di dedicarsi a soccorrere le vite degli altri.

Chi lo sa per quale strana associazione mentale è stato scelto quel nome, ma certo la fenicottera francese, a differenza dell’omonima ragazza parigina, ha vissuto una vita vagabonda che dalle paludi soffiate dal Mistral l’ha spinta ad attraversare più volte il Mediterraneo. Dopo che la Lipu ha comunicato la sua presenza a Priolo, un’ulteriore indagine realizzata in un centro di raccolta dati francese ha ricostruito l’inquieta e insolita biografia dell’uccello: nella storia del trampoliere trentottenne c’è un viaggio in Sardegna, poi un soggiorno in Tunisia e nel 1985 un rientro in patria, nel Fangassier, dove si stabilisce in apparente tranquillità reggendosi su una zampa sola, come usano fare i suoi simili per risparmiare energia.

Ma Amélie (non ancora Amélie) deve essere un tipo avventuroso e all’inizio del nuovo millennio torna sui suoi passi, anzi sulle sue ali color porpora: si ricorda della Sardegna, torna a Cagliari e fa una trasferta in Spagna prima di raggiungere nuovamente le sue terre umide per nidificare. Bisognerebbe consultare gli etologi per sapere se i trampolieri conoscono il sentimento della nostalgia, visto che Amélie va e viene instancabilmente dalle Bocche del Rodano che l’hanno vista nascere. Fatto sta che la fenicottera, che sembrava finalmente avere trovato la sua pace con il ritorno a casa, nell’aprile 2017 viene avvistata con il becco immerso nello stagno cagliaritano di Capoterra a cercare molluschi, crostacei e alghe.

Neruda scrisse in una poesia che le piume del fenicottero sono fatte di petali e che a vederlo volare sembra come una rosa diretta verso la dolcezza. Quanti chilometri avrà percorso l’inquieto trampoliere del Fangassier con la sua coperta di petali? Di certo migliaia e migliaia, ma è un bel riconoscimento che dopo tanto vagare la vecchia Amélie abbia scelto l’oasi di Priolo, dove oltre a trovare colonie di fenicotteri con i loro pulcini, i cormorani e i germani reali, le garzette e i martin pescatori, i falchi di palude e i cavalieri dall’iride rosa si danno appuntamento tra eucalipti e tamerici contorte facendo marameo alle lugubri ciminiere vicine.

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