14 febbraio 2018 - 16:44

Il governo siciliano rimuove Antoci Lui: «Adesso la mafia brinderà»

In Sicilia, il governo Musumeci cambia i presidenti degli enti. Fuori anche Giuseppe Antoci dalla presidenza Parco dei Nebrodi. Una scelta che ha provocato reazioni in tutta Italia. Il governatore Musumeci replica: «su Antoci, polemica elettorale, Pd ipocrita»

di Alessio Ribaudo

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«Pensavo che il 13 febbraio a brindare dovessi essere io e la mia famiglia perché mia figlia compie 14 anni e — dopo essere scampato a un attentato mafioso nel 2016 solo grazie alla prontezza di reazione della scorta e del vicequestore aggiunto Daniele Manganaro — vivo ogni attimo come un regalo. Invece, con la mia rimozione da presidente del Parco regionale dei Nebrodi saranno pure i mafiosi far cin cin». Giuseppe Antoci è amareggiato. Ha appreso che il governo siciliano ha scelto di avvalersi dello spoils system per commissariare pure l’area protetta più grande della Sicilia. «Da oggi sono ancora più sovraesposto, dalla politica e da un pezzo importante dello Stato che è la Regione — prosegue Antoci, dirigente bancario di 50 anni —. Ma continuerò ad andare nelle scuole e tra la gente per battermi contro le illegalità». Il suo mandato sarebbe scaduto a ottobre: «Abbiamo aumentato le presenze turistiche del 40 per cento, creato il marchio di qualità “Nebrodi Sicily” e, soprattutto, messo alla porta i mafiosi che lucravano sui terreni e i pascoli grazie anche al mio protocollo di legalità che sta salvaguardando tantissime aziende agricole oneste dalla pressione dei boss e farà percepire i fondi europei soltanto alle persone perbene che, grazie e Dio, sono la stragrande maggioranza dei siciliani e del Paese. Quindi, perché cacciarmi?».

La lettera dei sindaci dei Nebrodi

A chiederselo sono anche oltre venti sindaci dei Nebrodi che hanno scritto una lettera al governatore Musumeci nella quale esprimono «preoccupazione perché dopo anni di commissariamenti abbiamo finalmente visto ripartire l’Ente che è diventato volano di sviluppo» con «incrementi turistici mai verificatisi come negli ultimi anni, con aziende che attraverso marchi di tutela hanno avuto nuove occasioni per crescere e svilupparsi». I primi cittadini concludono parlando della speranza che avevano coltivato: «Che di tutto ciò si tenesse conto: qui la politica non c’entra, qui da salvaguardare c’è la Sicilia».

Le reazioni

I messaggi di solidarietà per l’ex presidente del Parco dei Nebrodi sono tanti. C’è Gian Carlo Caselli, oggi presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura di Coldiretti: «Conosco la capacità, la forza, la dirittura morale di Antoci, ha ideato un protocollo di legalità, poi diventato legge dello Stato, che sta contribuendo al contrasto delle agromafie». Il presidente di Federparchi Italia, Giampiero Sammuri ricorda «il suo quotidiano sacrificio, un atto di amore e coraggio verso la Sicilia, che evidentemente a qualcuno dà fastidio». Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto, sottolinea come «in Sicilia rimuovere chi combatte contro la mafia non è mai una bella cosa, siamo preoccupati per la sicurezza di Antoci, il cui rischio di incolumità aumenta esponenzialmente ma noi non lo lasceremo solo». Prende posizione, anche l’associazione Articolo 21 «togliere l’incarico di Presidente del Parco dei Nebrodi vuol dire isolarlo e chi lotta la mafia e agisce così bene come Antoci, non ha bandiera o appartenenza politica, non è questione di partiti o movimenti. Non comprendiamo come sia possibile che una persona che stava per perdere la vita, scampando ad un attentato, per le sue scelte contro la mafia dei Nebrodi, possa essere archiviato con un colpo di penna». Per il governatore della Puglia e leader di Fronte democratico, Michele Emiliano «questa mancata conferma è un regalo alla mafia» ed «è incredibile che la legge sul cosiddetto spoil system in vigore alla Regione Sicilia, venga utilizzata anche nei confronti di chi, a parere unanime di tutta la comunità nazionale, ha svolto il suo ruolo con assoluta dedizione, capacità, e soprattutto a rischio della sua stessa vita. E questo “ringraziamento” che viene dato a Giuseppe Antoci per tutto il lavoro che ha fatto, certamente non incoraggerà i funzionari dello Stato e della Regione Sicilia che continueranno la lotta alla mafia». Infine l’ex componente della commissione parlamentare antimafia e senatore Beppe Lumia si chiede «quale interesse politico sia stato ritenuto così prioritario al punto da sacrificare un percorso virtuoso di legalità e sviluppo come quello portato avanti da Antoci? Il Parco dei Nebrodi è stato un modello virtuoso e positivo conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, perché ha saputo coniugare legalità e sviluppo: Antoci non ha incrociato la “mafia dei pascoli”, come riduttivamente e furbescamente qualcuno sostiene per minimizzare la portata della sfida, ma la “mafia dei terreni”, violenta, ricca e potente, in grado di fare affari e produrre profitti superiori allo stesso traffico di droga». Angelo Bonelli, coordinatore nazionale dei Verdi e tra i promotori della lista Insieme, commenta : «Con la rimozione di Antoci si ammazza la speranza di cambiare la Sicilia e si schiaffeggia la legalità e possiamo dire che è vergognosa la decisione di Musumeci, si è rimosso da un incarico un servitore dello Stato che ha difeso la legalità e per questo ha subito un agguato di mafia mettendo a rischio la sua vita».

La replica del governatore

«Come per tutti coloro che sono impegnati nella lotta per la legalità, ho avuto grande rispetto anche per il dottor Antoci, al quale ho testimoniato solidarietà e vicinanza nel mio passato ruolo di presidente della Commissione regionale antimafia — ha replicato il governatore siciliano Nello Musumeci il giorno dopo il commissariamento dell’ente regionale — Per questo il suo “protocollo” sarà certamente applicato in molti altri enti, oltre che al Parco dei Nebrodi. Resto basito, quindi, per una polemica da campagna elettorale nei confronti di un governo che, nelle prime settimane dal suo insediamento, ha nominato alti ufficiali, magistrati e prefetti, con uno spirito di servizio alle istituzioni che non può essere scalfito da insinuazioni pericolose e diffamatorie, consapevoli come siamo che la lotta alle mafie si esercita, senza ostentazioni, con impegno e nel silenzio del dovere». Musumeci ha anche «punto» il Partito democratico: «Ancora più incomprensibile è l’ipocrisia del Pd che, se avesse voluto, avrebbe potuto valorizzare un proprio dirigente regionale, come Antoci, impegnato in tutte le campagne elettorali recenti, proponendolo per il Parlamento. Ma il partito ha preferito lasciarlo fuori. Dal canto nostro, abbiamo esercitato - senza alcuna eccezione per tutti gli enti regionali - il diritto allo spoils system, applicando una legge del governo Crocetta, peraltro voluta proprio dal partito di Antoci. E al Parco dei Nebrodi abbiamo destinato un ufficiale del corpo forestale, noto per avere condotto impegnative indagini di polizia giudiziaria. Noi non abbiamo scelto un dirigente di partito. Appare disarmante come, ancora una volta, l’antimafia diventi strumento di campagna elettorale».

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