20 gennaio 2018 - 11:24

In droga, prostitute e sigarette gli italiani spendono 19 miliardi all’anno

I soldi spesi in attività illegali come contrabbando, stupefacenti e prostituzione, pari a un punto di Pil all’anno. E la comunità deve farsi carico di un costo sociale altrettanto elevato

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Un punto di Pil all’anno, pari a 19 miliardi di euro. È quanto spendono in un anno gli italiani in attività illegali secondo l’Ufficio studi degli artigiani (Cgia) di Mestre. In particolare per sostanze stupefacenti (14,3 miliardi), per i servizi di prostituzione (4 miliardi) e per il contrabbando di sigarette (600 milioni di euro). L’ultimo dato disponibile (2015) segnala che il valore aggiunto di queste attività fuorilegge è aumentato negli ultimi quattro anni di oltre 4 punti percentuali.

Elevato costo sociale

«Lungi dall’esprimere alcun giudizio etico», afferma Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, «il giro d’affari che questa economia produce, costringe tutta la comunità a farsi carico di un costo sociale altrettanto elevato». Dal settembre del 2014 il valore aggiunto «prodotto» dalle attività illecite è stato addirittura inserito nel calcolo del Pil in molti Paesi europei, tra cui l’Italia. «Tra le attività illegali», dice il segretario della Cgia Renato Mason, «l’Istat include solo le transazioni illecite in cui c’è un accordo volontario tra le parti, come il traffico di droga, la prostituzione e il contrabbando di sigarette e non, ad esempio, i proventi da furti, rapine, estorsioni, usura».

Le segnalazioni finanziarie

L’elevata dimensione economica generata dalle attività controllate dalle organizzazioni criminali trova una conferma indiretta anche dal numero di segnalazioni pervenute in questi ultimi anni all’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia. Sono le operazioni sospette «denunciate» da parte di intermediari finanziari (per circa l’80% banche e uffici postali, ma anche liberi professionisti, società finanziarie o assicurazioni). Tra il 2009 e il 2016 le segnalazioni sono aumentate di quasi il 380%, raggiungendo il numero di 101.065 per un ammontare di 88 miliardi di euro. «I gruppi criminali hanno la necessità di reinvestire i proventi delle loro attività nell’economia legale, anche per consolidare il proprio consenso sociale», secondo Zabeo.

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