31 gennaio 2018 - 09:59

Oceano Indiano: riprese ricerche aereo malese scomparso 4 anni fa

Il volo MH370 della Malaysia Airlines con 239 persone a bordo si inabissò dopo essere scomparso ore prima dai radar a migliaia di chilometri di distanza

di Paolo Virtuani

La nave Seabed Constructor che effettua le nuove ricerche (da Ocean Infinity) La nave Seabed Constructor che effettua le nuove ricerche (da Ocean Infinity)
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Il volo MH370 è uno dei più grandi misteri della storia moderna dell’Aviazione civile. Poco dopo la mezzanotte dell’8 marzo 2014 il Boeing 777 della Malaysia Airlines partì con a bordo 227 passeggeri e dodici membri dell’equipaggio dall’aeroporto di Kuala Lumpur, direzione Pechino. Prima di entrare nello spazio aereo del Vietnam scomparve dai radar e tutti i contatti, anche quelli automatici, risultarono inattivi. Dopo due settimane di inutili ricerche, grazie a radar militari e satelliti, ci si accorse che l’aereo, non si sa condotto da chi, aveva cambiato completamente rotta: si era diretto a sud e dopo ore di volo silenzioso, con le persone a bordo che forse erano già tutte morte o in stato di incoscienza, si inabissò in un punto imprecisato dell’oceano Indiano. Anni di ricerche sono risultati vani.

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Alla ricerca dell?aereo perduto della Malaysia Airlines

Ocean Infinity

Il 30 gennaio la nave Seabed Constructor della compagnia privata Ocean Infinity è arrivata nella zona dove si presume possa essere caduto l’aereo malese e ha ripreso le ricerche con tecniche sofisticate. L’imbarcazione specializzata dispone di otto mezzi subacquei automatici dotati di sonar e telecamere in grado di scandagliare e operare fino a 6 mila metri di profondità. A bordo della nave ci sono 65 persone e due membri della Marina militare malesiana.

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Réunion: frammenti e una valigia sulla spiaggia. Si pensa al volo scomparso 15 mesi fa

Ultimo tentativo

Si tratta di un ultimo tentativo per trovare almeno la scatola nera dell’aereo e alcuni relitti che possano ricostruire il mistero del volo MH370. Nel tempo sono stati rinvenuti una ventina di resti attribuiti al Boeing 777 della Malaysia Airlines sulle coste dell’isola di Reunion, Sudafrica, Tanzania e Madagascar, trasportati dalle correnti a migliaia di chilometri di distanza dal presunto punto del disastro. Solo tre sono stati riconosciuti con sicurezza appartenenti all’aereo scomparso.

Pagati solo se trovano qualcosa

L’area dell’impatto, in base alle analisi dei pochi dati disponibili e dell’autonomia di volo, è stata circoscritta a una superficie di 120 mila chilometri quadrati (quasi la metà dell’Italia). Ma la più grande ricerca della storia dell’aviazione, conclusa nel gennaio 2017, non ha dato alcun risultato. Ora per i prossimi tre mesi ci prova la Ocean Infinity su un’area più ristretta (25 mila chilometri quadrati) poco più a nord della zona indagata in precedenza, con la clausola che sarà pagata solo se troverà qualcosa di veramente utile. Se trova qualcosa nei primi 5 mila chilometri quadrati che saranno analizzati riceverà 20 milioni di dollari (16,1 milioni di euro), fino a salire a 70 milioni di dollari (56,5 milioni di euro) se i resti saranno rinvenuti all’esterno dell’area massima di ricerca di 25 mila km².

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